Primarie Pd, boom di elettori: ballottaggio certo o “strane” sorprese?

Pubblicato il 25 Novembre 2012 - 07:47 OLTRE 6 MESI FA
Primarie Pd, milioni di iscritti: ballottaggio certo o “strane” sorprese?

ROMA – Primarie Pd, è il giorno del voto. (Leggi come si vota). Dopo che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, Bruno Tabacci, Laura Puppato e il leader di Sel Nichi Vendola hanno chiuso la loro campagna per le primarie del centrosinistra. E’ stata una campagna elettorale dai toni anche aspri, passata attraverso un seguitissimo confronto televisivo e l’ultima polemica per un’intervista del Tg1 a Bersani. Oggi è il momento del voto però. Dalle 8 alle 20, la parola passerà infatti agli elettori. Alle 12 hanno votato già oltre un milione ma previsti oltre 3 milioni di elettori. Si potrà esprimere la preferenza per un unico candidato. I seggi sono 9.239 con altrettanti uffici elettorali annessi, coperti 7.949 comuni su 8.215.

Ultimi scambi di colpi. “Io ho già vinto – dice Nichi Vendola a Skytg24– lo dice la partecipazione spontanea in ogni piazza in Italia. Ed io non ho alle spalle la macchina dei soldi di Matteo Renzi e quella degli apparati di Pier Luigi Bersani”. Poi al Tg1 invoca un “investimento forte e robusto per scuola” e la necessità di “rompere la gabbia della precarietà”. Sul lavoro e in particolare sulla produttività, Vendola contesta a Bersani di non aver sostenuto la Cgil “nella battaglia per difendere la civiltà del lavoro e il ruolo, simbolico ed economico dei contratti nazionali”. “Temo che la realpolitik porti Bersani a fare cose che non pensa”. Il leader di Sel invita Monti: “Venga a scuola in Puglia, dove non abbiamo sperperato risorse, come invece ha fatto il Ministero di Giustizia disperdendo un miliardo di euro per processi di informatizzazione che non hanno informatizzato nulla”.

Al leader di Sel, Matteo Renzi rinfaccia nuovamente di “aver mandato a casa Prodi, lui che l’altro giorno mi dava lezioni su cosa vuol dire essere di sinistra”. “Se vinciamo – promette Renzi -, le cose le faremo veramente, nei primi 100 giorni. Riduzione dei parlamentari, abolizione del finanziamento ai partiti, modernizzazione di un Paese, sburocratizzazione e tanto altro, come il lavoro ai giovani. Se si vince, la politica italiana cambia per sempre”. Poi, rivolto a Bersani, dice “no” a qualsiasi “inciucio con Casini” e garantisce: “Bersani dice che non ha paura del ballottaggio? Nemmeno noi”. Ma Renzi ne ha anche per il suo elettorato. “Nessun sondaggio può negare che noi siamo già la maggioranza. Ma la partita è convincere non tanto gli incerti per Bersani, ma quelli convinti di votare per noi che però, per qualche motivo, non sono intenzionati ad andare ai seggi. Bisogna prendere le persone una per una, portarle a votare ai seggi e fargli fare la fila”.

Più che rispondere a Renzi su Casini, Bersani riapre all’Idv. “Un’alleanza con l’Idv? Sì, con molti se. Da parte nostra – dice Bersani – non c’e mai stata nessuna preclusione, ma di fronte alle posizioni che ha preso l’Idv su quasi tutta la batteria dei temi che abbiamo affrontato quest’anno, dalle posizioni sul Presidente della Repubblica a quelle sul Pd, bisogna che ci siano dei gesti politici significativi che correggano. Con meno di questo non basta dire ‘ci siamo’. La mia preoccupazione è sulla credibilità che dobbiamo avere nei confronti degli italiani” perché “non si può dire che andiamo d’accordo se poi litighiamo. Il problema è troppo serio”.

In Liguria, Bersani prende ispirazione da Pertini. Il segretario del Pd ha citato l’esempio del ‘presidente partigiano’ definendolo simbolo di una generazione che “ha avuto coraggio, gente che non è mai invecchiata rimanendo giovane dentro. Adesso tocca a noi avere coraggio”. “Noi dobbiamo metterci tra l’esigenza di governo e di cambiamento – sottolinea il segretario del Pd -. Moralità e lavoro sono le parole che dovranno ispirare la prossima legislatura”. Poi Bersani ripete la formula già sentita durante il duello tv: “Se tocca a me io dirò agli italiani: non intendo piacervi, intenderei essere creduto per dire le cose come sono”.

Ancora al Tg1, Bruno Tabacci attacca Vendola: “Dovrebbe ispirarsi alla funzione di governo espressa a Milano da Pisapia”. Replica del leader di Sel e governatore della Puglia: “Pisapia vota per me perché io ho incarnato l’esperienza più stabile di governo”.

E’ Monti, invece, l’unico bersaglio nel mirino di Laura Puppato, che al Tg1 dichiara: “La sua è stata un’agenda emergenziale: ora serve più politica e un nuovo metodo. Se vogliamo cambiare l’Italia serve un grande Risorgimento nazionale. Lo dobbiamo avviare cambiando noi stessi e lo stile della classe dirigente”.

Probabile il ballottaggio. Per il popolo del centrosinistra, il rito delle primarie, con ogni probabilità, non si esaurirà domani. Visto che secondo i sondaggi nessuno dei candidati riuscirà a superare la soglia del 50 per cento dei voti necessaria per la vittoria al primo turno, i militanti potrebbero essere chiamati nuovamente a votare domenica 2 dicembre per decidere il vincitore con il ballottaggio, che stando alle previsioni sarà tra Bersani e Renzi.