Processo breve: ricomincia la battaglia. Pdl: “Mantenere la calma”. Idv: “Vietnam parlamentare”

Pubblicato il 12 Aprile 2011 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

(foto LaPresse)

ROMA – Restare ”coesi” e ”non cadere in provocazioni”, è la parola d’ordine nella maggioranza. Un ”Vietnam parlamentare”, promette l’opposizione. La tensione è  palpabile, alla vigilia della settimana di lavori decisiva per le sorti della prescrizione breve.

Imperativo per i deputati di tutti i partiti (ministri e sottosegretari inclusi), essere presenti in Aula, dalle 15 di martedì. Mentre diverse associazioni si preparano ad ”assediare” con le loro proteste Montecitorio mercoledì  pomeriggio, quando è previsto il varo del provvedimento.

Anche se il voto potrebbe slittare, paventa in una lettera ai suoi il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto invitando tutti i parlamentari del Pdl ad essere compatti domani e mercoledì in Aula visto ”l’alto livello di contrapposizione politica”. ”La legge è uguale per tutti e coloro che devono pagare il loro conto con la giustizia devono farlo”, dice il presidente della Camera Gianfranco Fini che poi aggiunge: ”Se alla Camera si sta discutendo di prescrizione breve invece che di altro è perche c’è una maggioranza e c’è un regolamento parlamentare che devo rispettare, pur avendo la mia idea personale”.

Ma il centrodestra non recede d’un passo. L’obiettivo è approvare la legge che contiene l’abbreviazione dei tempi di prescrizione per gli incensurati entro questa settimana. Si parte martedì alle 15, con una seduta che probabilmente si protrarrà in notturna. Per mercoledì sera è  già prenotata la diretta tv per il voto finale.

Anche se i deputati sono allertati fino a venerdì. ”E’ indispensabile affrontare i prossimi giorni con coesione politica e attenzione, ma anche con pazienza e serenità, senza cadere nelle provocazioni che facilmente possono emergere”, scrive Cicchitto in una lettera che tutti i deputati del Pdl hanno trovato nelle loro caselle, al posto del solito telegrafico sms.

Un messaggio che, dopo i casi La Russa e Corsaro, esplicita la preoccupazione che trapela dalle fila del partito del premier per una prova d’Aula particolarmente dura. Non c’è solo, infatti, la tenaglia dell’opposizione. Ma anche l’attenzione del Quirinale, che nei corridoi di Montecitorio si dice essere alta. Il presidente Napolitano, che sulla prescrizione breve non è intervenuto, negli ultimi mesi ha però più volte espresso, ricordano i parlamentari, la necessità del dialogo e della condivisione sulle riforme.

E di recente anche la necessità da parte del governo di garantire la governabilità con i numeri in Aula. Ed è proprio questo il cruccio del Pdl, dal momento che la ”quota 330” auspicata dal presidente del Consiglio non è ancora raggiunta e per di più  le tensioni interne al partito rischiano di esplodere in qualsiasi momento.

E allora, compatta come non mai, l’opposizione si prepara ad alzare il suo muro contro la prescrizione breve, che non solo metterebbe anzitempo la parola fine al processo Mills in cui è  imputato Silvio Berlusconi, ma che coinvolgerebbe migliaia di altri procedimenti (”un’amnistia sostanziale”, secondo il Csm).

E’ ”uno scandalo e una vergogna”, dice Pier Luigi Bersani, mentre i deputati del Pd si preparano a chiamare in causa più volte in Aula il ministro Alfano (”dovrebbe chiedere una sospensione dell’esame”, dice Donatella Ferranti) e a citare nei loro interventi tutti i processi che verrebbero meno a causa della norma. Una norma che, denuncia dall’Udc Roberto Rao, ”è l’ennesimo scempio, l’ennesima forzatura”. Lo grideranno mercoledi’ sera anche dalla piazza Articolo 21 e il Popolo Viola, insieme alle associazioni degli aquilani e delle vittime di Viareggio ed altri dei rappresentanti di quei giudizi che rischiano l’estinzione precoce. E l’Idv avverte: ”La maggioranza si prepari a un Vietnam parlamentare”.