ROMA – Mediaset. Cassazione, niente rinvii. Il Pg: “Silvio Berlusconi è l’ideatore del meccanismo delle frodi fiscali. Ma l’interdizione dai pubblici uffici va ridotta a tre anni”. Il giorno più lungo dell’udienza in Corte di Cassazione è iniziato in Piazza Cavour a Roma davanti a una schiera di telecamere e obiettivi puntati sul Palazzaccio. Cinquanta le testate accreditate. Quello su Mediaset è il procedimento numero 8 iscritto a ruolo. Nonostante le altissime preoccupazioni politiche per le conseguenze sul governo e sulla stessa agibilità politica del leader del Pdl, alla pausa delle 15 e 30 è prevalso il fairplay della difesa di Berlusconi. La relazione di Amedeo Franco (unico dei 5 membri del collegio feriale che proviene dalla III sezione che ha istruito il processo) è stata giudicata “completa” dal difensore Franco Coppi. Le difese, non solo quella dell’ex premier, non hanno chiesto rinvii.
Sebbene superstizioso (“ho il corno in tasca”) lo stesso Coppi si aspetta l”‘annullamento radicale” della sentenza d’appello. Non perché voglia mettere in dubbio la configurabilità del reato (dichiarazione infedele al posto della frode fiscale contestata), ma perché proprio il reato non è stato commesso. Parlando con i giornalisti in una pausa dell’udienza, il professor Coppi ha spiegato che parlerà per circa un’ora per l’arringa difensiva, e che il suo intervento è previsto alla fine degli interventi dei difensori. Coppi si aspetta poi che la requisitoria del pg, Antonio Mura, duri almeno un paio d’ore. Per questo il difensore di Silvio Berlusconi, facendo una valutazione sui tempi, ritiene che la sentenza arrivi “domani sera o addirittura giovedì”.
Subito dopo la pausa è iniziata la requisitoria del procuratore generale. Niente colori “ad effetto” ha annunciato, prima di delimitare il perimetro inviolabile della controversia giudiziaria: “Il compito della Corte di Cassazione è farsi carico del proprio ruolo in modo avulso da aspettative e passioni, che sono frutto del libero dibattito ed espressione della democrazia, ma devono restare fuori dall’aula”. La verifica di legittimità sul processo Mediaset gli fa concludere che la richiesta delle difese non è giustificata.
Quelle sul legittimo impedimento di Silvio Berlusconi a partecipare ad alcune udienze del processo Mediaset sono ”censure tecnicamente infondate e non ammissibili in questa sede”. Mura ha anche ricordato la sentenza della Corte costituzionale 168/2013 che ha risolto un conflitto di attribuzione tra il Tribunale di Milano e il presidente del Consiglio ”riconoscendo la legittimità delle valutazioni fatte dal Tribunale” in materia di legittimo impedimento. Anche riguardo la patologia oculare il rappresentante dell’accusa ha specificato che ”l’infermità deve essere provata anche con efficacia rispetto a una impossibilità fisica assoluta” a partecipare all’udienza.
Per il Procuratore generale della Cassazione, Antonio Mura, Berlusconi è ”l‘ideatore del meccanismo delle frodi fiscali’‘ oggetto del processo Mediaset. Secondo Mura è stato ”perdurante il controllo di Berlusconi su Mediaset”.
“Il compito della Corte di Cassazione è quello del controllo” e non è corretta “un’immagine dell’imputato condannato anche in Cassazione”, ha precisato il sostituto procuratore Mura. No quindi ad un “ripetuto giudizio di merito a 360 gradi e alla sovrapposizione di ruoli e funzioni tra le corti. Sono escluse sollecitazioni alla Cassazione di valutazioni soggettive sulle emergenze giudiziarie e probatorie raccolte negli altri gradi di giudizio”, ha detto Mura. “Né questa è la sede per esprimere un giudizio di valore sulla sentenza impugnata”.
Nella requisitoria il Procuratore ha respinto le eccezioni di tipo procedurale e le argomentazioni di tipo sostanziale avanzate dalla difesa di Silvio Berlusconi. Mura assicura di poter “senz’altro affermare che dall’osservazione delle modalità di svolgimento di questo processo le regole di legge sono state rispettate e non c’è contrasto con i principi del giusto processo“.
Mura ha poi chiesto che, “ferma la condanna per il reato di frode fiscale, la pena della reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici, occorre ricondurre questa sanzione accessoria ai termini di legge”, rilevando la necessità di ridurre l’interdizione quinquennale dai pubblici uffici per l’ex premier. Per Mura l’interdizione dai pubblici uffici per Berlusconi va ridotta a tre anni. Il Procuratore ha chiesto il rigetto dei ricorsi presentati dallo stesso Berlusconi e dagli altri imputati.