Programma del governo (Amato?): le 10 proposte dei 10 “saggi” di Napolitano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Aprile 2013 - 17:40| Aggiornato il 8 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Quale sarà il programma del prossimo governo, presieduto da Amato (o personalità analoga) e marcato stretto da Napolitano? Assomiglierà molto alle dieci proposte elaborate dai dieci “saggi” nominati dal rieletto presidente della Repubblica. Più d’uno non aveva dato molto peso al lavoro dei “saggi” e agli stessi “saggi”.

Che sono, ricordiamolo: Enrico Giovannini, Salvatore Rossi, Giovanni Pitruzzella, Giancarlo Giorgetti, Filippo Bubbico, Enzo Moavero Milanesi, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello, Luciano Violante, Valerio Onida.

La riconferma di Napolitano invece costringe politici e giornalisti a prendere sul serio quelle dieci proposte e gli uomini che le hanno elaborate, probabili ministri del futuro esecutivo. Visto che la condizione che l’ottantasettenne presidente ha posto per prorogare il suo mandato è un nulla osta dei partiti per far nascere un governo di larghe intese con un programma in pochi punti. Il Sole 24 Ore li ha sintetizzati. Vediamo quali sono:

1. FISCO. Sì alla delega fiscale. Resuscitare il disegno di legge sulla delega fiscale che si era arenato nelle fasi finali della scorsa legislatura: riforma del catasto, riorganizzazione delle spese fiscali, codificazione dell’abuso di diritto. Poi, accanto alla lotta all’evasione, riforme per un “fisco amico” che renda più semplice per il contribuente pagare le tasse e rispettare obblighi e scadenze.

2. DEBITI DELLA PA VERSO LE IMPRESE. Pagare tutti i debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese entro il 2015. Garantire che per le nuove forniture sia osservato il termine del pagamento a 30 giorni.

3. PMI. Più risorse al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, l’ente che presta garanzie ai crediti bancari delle piccole imprese. Più risorse significa due miliardi di euro in più. Credito d’imposta per chi investe in ricerca e sviluppo. Strutture più efficaci per agevolare l’accesso ai fondi europei e il loro utilizzo.

4. LAVORO. Trovare le risorse per finanziare la CIG, la Cassa integrazione Guadagni in deroga. Risolvere la vicenda esodati. Correzioni alla legge Fornero sul lavoro, rivedendo le nuove norme sulla flessibilità in entrata: rendere meno costoso, per i datori di lavoro, l’assunzione di lavoratori con contratti “precari”. Introdurre un credito d’imposta per i lavoratori con uno stipendio basso.

5. RELAZIONI INDUSTRIALI. Revisione dell’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori sulla rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro, per arrivare ad un modello unico di rappresentanza sul luogo di lavoro, per consentire a tutte le organizzazioni sindacali di non essere escluse e al datore di lavoro di contare su interlocutori certi e rappresentativi. Nella legge Fornero c’è una delega al tema della partecipazione dei lavoratori nell’impresa: sviluppare proposte in merito.

6. LEGGE ELETTORALE. Una nuova legge elettorale con sistema misto, in parte proporzionale, in parte maggioritario. Alzare la “soglia di sbarramento”, ovvero la percentuale minima di voti che un partito o una coalizione devono prendere per entrare in Parlamento. Introdurre un “ragionevole” premio di governabilità. Per la forma di governo, i “saggi” hanno preferito un sistema “parlamentare razionalizzato” al semipresidenzialismo.

7. FINE DEL BICAMERALISMO PERFETTO. Superamento del bicameralismo perfetto con un Senato federale (Senato delle Regioni) e la sola Camera che eserciti funzioni politiche, cioè la fiducia su governo e decreti e il voto definitivo sui disegni di legge. Ridurre i deputati da 630 a 480 e i senatori da 315 a 120.

8. FINANZIAMENTO AI PARTITI. Rivedere la legge sul finanziamento pubblico ai partiti, ma senza eliminarlo, “per evitare che le ricchezze private possano condizionare impropriamente l’attività politica”. Dividere il finanziamento in “una parte fissa, proporzionata al numero dei voti” e una parte di contributi dei privati, che devono essere detassati ma avere un tetto massimo.

9. CONFLITTO DI INTERESSI. Rivedere la legge sul conflitto di interessi. Per prevenire abusi da parte di chi esercita cariche pubbliche bisogna fare “proposte che non possano essere identificate come mosse da spirito di parte”. Si potrebbero introdurre soluzioni in vigore all’estero come la “cessione della proprietà” o il “blind trust”.

10. GIUSTIZIA. Limitare l’uso delle intercettazioni telefoniche nelle indagini. Ridefinire i presupposti con i quali le Procure avviano e chiudono le indagini. Accorciare i tempi delle indagini preliminari, rendere inappellabili le assoluzioni per i reati più lievi. Depenalizzare e usare di più le pene alternative per evitare il sovraffollamento delle carceri. Incoraggiare sistemi alternativi per la risoluzione delle controversie, per evitare il sovraccarico di lavoro, soprattutto per il tribunali civili.