Pronto il decreto “piede dentro”. Così il governo salva la lista Pdl

Pubblicato il 5 Marzo 2010 - 17:19 OLTRE 6 MESI FA

La Russa con Formigoni

Lo si potrà chiamare il “decreto delle quattro mura”, oppure il “decreto del piede dentro”. Cosa si appresta a varare il governo lo ha anticipato Ignazio La Russa: un decreto “interpretativo”, nel senso che “interpreta”, cioè fornisce la versione rivista e corretta delle vigenti leggi elettorali. Decreto delle “quattro mura” perché una cosa almeno è sicura: i portatori della lista Pdl a Roma nel palazzo del Tribunale c’erano. Non dove si presentano le liste, non nell’ufficio preposto o davanti a quell’ufficio. All’ora stabilita Milioni e il suo accompagnatore erano forse al bar o in bagno o sparsi tra i corridoi, ma insomma erano nelle “quattro mura”. Quindi il decreto stabilirà: chi era dentro, dovunque fosse era “buono”. Una sorta di tocco del muro, un “tana libera tutti” del gioco a nascondino. Decreto del “piede dentro” perché “piede” i portatori della lista del Pdl a Roma dentro lo avevano messo e questa è “l’interpretazione autentica” del governo, il “piede” che per decreto vale.

Spiega infatti La Russa: «Non c’è nessuna norma che indichi dove fisicamente si debba entrare quando scadono i termini della consegna delle liste, quindi basta trovarsi all’interno del palazzo». Il governo dirà che all’ora prevista non bisognava essere nella stanza della consegna delle liste, basta essere nel palazzo. Per escogitare questa sottigliezza giuridica hanno lavorato esperti e consiglieri del Pdl, staff e consulenti dei ministri. La Russa e Calderoli si mostravano particolarmente orgogliosi della raffinata e innovativa interpretazione. La lista non presentata in tempo diventerebbe così “presente” nel palazzo anche se “assente” nell’ufficio all’ora fatidica.

Meno fatica e dottrina ha richiesto per gli estensori del decreto la situazione lombarda: lì basta «autenticamente interpretare» le modalità di verifica delle firme. Lo schema però è analogo alla soluzione trovata per il Lazio: si guarda come erano fatte le firme presentate e si stabilisce per decreto che quello è il modo di legge. A Roma infatti si è guardato con attenzione a dove erano i portatori e i fogli della lista Pdl e si è stabilito per decreto che quello era il posto “di legge”. Elementare Watson.