Sanità, i Pronto Soccorso italiani sono al collasso: picchi di attesa fino a 7 ore

Pubblicato il 17 Aprile 2011 - 20:10 OLTRE 6 MESI FA

(Foto LaPresse)

ROMA – I Pronto Soccorso italiani stanno “soffrendo moltissimo” per il crescente numero degli accessi, per le difficoltà legate al mancato adeguamento del personale e per il fatto di non aver usufruito in passato di un percorso formativo specialistico nel settore.

E’ questa la fotografia delle nostre strutture sanitarie d’emergenza, suddivise per l’occasione in Dea (dipartimento emergenza sanitaria) e Eas (Pronto Soccorso ad alta specialità), che emerge dalla lettura dello schema di documento conclusivo sull’indagine conoscitiva sul trasporto degli infermi e sulle reti di emergenza e urgenza, agli atti della commissione Sanità del Senato.

Una sofferenza, spiega il documento, che naturalmente va di pari passo con l’aumento del numero degli accessi, che negli ultimi 10 anni sono aumentati del 50% circa, fino ad arrivare a 30 milioni, e che provoca se non il collasso situazioni quantomeno critiche in alcune realtà, come quella abruzzese, dove i tempi massimi degli Eas toccano i 450 minuti di attesa, ovvero più di 7 ore, mentre la media regionale si attesta intorno ai 240 minuti, 4 ore esatte.

Scorrendo i dati elaborati dalla commissione attraverso una serie di questionari scopriamo che i tempi massimi di attesa nei Dea sono di circa 100 minuti, (maglia nera alla Lombardia, maglia rosa al Trentino Alto Adige con solo 5 minuti di attesa), quelli medi 27,6 minuti e quelli minimi solamente 2 minuti.

Mentre per quanto riguarda riguarda gli Eas, oltre al caso della regione Abruzzo, i tempi di attesa media sono stimati in 44,4 minuti (con un ritardo maggiore al Centro (73 minuti) e quelli minimi in soli 2 minuti.

Altro dato interessante è poi quello relativo al tempo medio di attesa delle ambulanze in codice verde. “Dal complesso delle risposte – spiega il documento – risulta che le ambulanze stazionano troppo in Ospedale, sottraendo risorse al territorio”. Un tempo accettabile sarebbe intorno ai 30 minuti, prosegue il documento, ma per i Dea la media in Liguria è di 46 minuti e in Sardegna di 60 minuti, mentre per i Pronto Soccorso ad alta specialità i tempi massimi “sono improponibili”, come nel Lazio, 127 minuti di attesa, o in Puglia, 154 minuti.

Ma a prescindere dai tempi di attesa, è l’intero sistema dei Pronto Soccorso a essere messo in discussione, soprattutto in merito a gestione e qualità dei servizi. Dopo aver infatti sottolineato che il 47,4% dei Dea e il 25,3% degli Eas sono stati identificati non in base a criteri demografici o epidemiologici ma in base ad altre scelte che poco hanno a che vedere con una corretta programmazione sanitaria, il documento della commissione evidenzia tutta una serie di criticità, dalla scarsa percentuale di Ospedali del Sud che possiede un sistema di gestione paziente informatizzato, alla mancanza di programmi per la verifica e la promozione della qualità prestata (Calabria e Molise ne sono totalmente privi) fino all’esecuzione dei triage, spesso effettuati dal solo personale infermieristico.