Questione Marrazzo, centrodestra due pesi e due misure

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 26 Ottobre 2009 - 19:09| Aggiornato il 2 Novembre 2009 OLTRE 6 MESI FA

«Dimissioni, dimissioni, c’è una questione morale, quest’uomo ha detto le bugie e non può restare neanche un secondo di più al suo posto…», con queste e altre parole la destra berlusconiana tuona contro Marrazzo e ne chiede le dimissioni. Come si fa a non condividere tanto sdegno morale, tanta sacrosanta tensione etica. Dopo decenni di indifferenza e di indifferentismo la questione morale torna ad appassionare la destra italiana.

Per evitare equivoci non ci riferiamo certo all’editoriale qui pubblicato da Gennaro Malgieri che non ha mai esitato ad assumere posizioni autonome e coraggiose anche nel suo schieramento. Dal momento che ho condiviso la scelta di Marrazzo, dopo un primo grave momento di sbandamento, di dire tutta la verità e di autosospendersi, non ho neppure difficoltà a ritenere che le dimissioni potranno essere un ulteriore atto di trasparenza e di sincerità, ponendo fine al girotondo delle dispute sulla data delle prossime lezioni regionali.

A questo punto meglio votare e farlo subito,costi quel che costi. La destra dello sdegno, tuttavia, dovrebbe dare un segnale che la renda credibile. Chiederà non dico le dimissioni ma almeno l’autosospensione di Berlusconi e di alcuni degli amici coinvolti e qualcuno già condannato in vicende ben peggiori per un pubblico amministratore? Chiederà le dimissioni di quanti hanno già subito condanne definitive, per esempio per associazione mafiosa? Allontanerà gli amministratori sotto inchiesta per collusione con la camorra o perché hanno corrotto un giudice? Chiederà al presidente del consiglio di non fabbricare altre norme “ad personam” per scappare dalle aule dei tribunali? Inviterà il presidente del consiglio a dire finalmente tutta la verità non dico sulle sue vicende private, ma almeno su quelle pubbliche?

Marrazzo ha ammesso quelle che ha chiamato le “sue debolezze private”, le ha confessate davanti alla Italia intera, quando un esponente della destra chiederà in modo pubblico al capo supremo di spiegare perché un mafioso abbia potuto prestare servizio come giardiniere nella sua villa? Si tratta forse di una vicenda privata,di un gossip di una frequentazione meno grave di quelle di Marrazzo?

Un trans è forse considerato persona e compagnia “socialmente più pericolosa” di un mafioso, di un camorrista, di un giudice trafficone, cosi è ormai ridotta una destra che un tempo non lontano invocava “legge e ordine” e adesso si ritrova a invocare “legge e ordine” per i nemici, e norme su misura per gli amici e per gli amici degli amici. Chiediamole allora le dimissioni di Marrazzo, ma, almeno seguendo l’ordine alfabetico, chiediamo anche quelle degli altri, purtroppo per la destra non è ancora stata approvata una norma che stralci dall’alfabeto tutti i cognomi che inizino con la lettera B.