Quirinale: “patto delle fronde anti voto anticipato”, i 58 delegati regionali

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Dicembre 2014 - 14:21 OLTRE 6 MESI FA
Quirinale: "patto delle fronde anti voto anticipato", i 58 delegati regionali

Quirinale: “patto delle fronde anti voto anticipato”, i 58 delegati regionali

ROMA – Quirinale: “patto delle fronde anti voto anticipato”, i 58 delegati regionali. Nel tentativo di metter ordine nel delicato puzzle politico che porterà all’elezione del successore di Giorgio Napolitano al Quirinale, Adalberto Signore de Il Giornale invita a non fossilizzarsi sul Patto del Nazareno (Berlusconi-Renzi), cercando risposte nel frastagliato ma iperattivo fronte opposto. Fronte composito unito da un obiettivo comune: un presidente della Repubblica che non voglia metter fine alla legislatura.

Una garanzia per la sopravvivenza politica di tanti deputati, specie per chi teme di non esser rieletto. Per questo il “patto delle fronde”, come lo chiama Signore, includerebbe oltre alla settantina di parlamentari che Massimo D’Alema a sinistra e Raffaele Fitto a destra controllano direttamente, anche i prevedibili frutti della imminente diaspora grillina, il numero di franchi tiratori fisiologicamente determinato (sono 75 ad ogni elezione), i dissidenti di varia natura. Un supplemento di indagine conoscitiva, suggerisce Signore, va fatto sui 58 delegati regionali ammessi al voto nella seduta plenaria per l’elezione del Capo dello Stato.

In uno scenario tanto frastagliato, dunque, è molto probabile che un ruolo chiave lo giocheranno i delegati regionali. Il capo dello Stato, infatti, lo elegge il Parlamento in seduta comune (630 deputati più 320 senatori) insieme a 58 grandi elettori che «rappresentano» il territorio. Sono tre per ogni regione (salvo la Valle d’Aosta che ne ha uno) e vengono eletti dai Consigli regionali secondo una consuetudine che ne assegna due alla maggioranza e uno all’opposizione.

Ciò significa che su un totale di 58 al Pd ne andranno almeno 33 (il resto tra Forza Italia e Lega, che ne dovrebbe prendere 3 o 4). Il problema è che buona parte dei presidenti di regione a guida Pd non sono renziani. E quindi neanche i loro delegati. Che probabilmente si uniranno al Patto delle fronde. (Adalberto Signore, Il Giornale)