Quirinale, rispunta Romano Prodi. Può toccare a lui se…

Pubblicato il 18 Aprile 2013 - 17:34| Aggiornato il 27 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Franco Marini evapora, vittima del flop dell’asse Pd-Pdl e rispunta Romano Prodi. Rispunta chiamato in causa da una manciata di voti, appena 14, presi alla prima votazione. Ma rispunta per mero e semplice calcolo politico.

C’è in primo luogo il flop dell’asse: Pd e Pdl insieme non sembrano avere i numeri reali per eleggere un presidente. Perché c’è mezzo Pd, poco di meno, che di un candidato qualsiasi che abbia l’ok di Berlusconi non ne vuole sapere. E c’è il rischio che quel Pd esploda. Chi quindi, meglio del suo fondatore può come per magia rimettere insieme ciò che si sta frammentando? Nessuno o quasi, nel Pd, si opporrebbe a Prodi.

Resta il problema di trovare gli altri voti. Voti che in nessun caso potrebbero venire dal Pdl. E che vanno cercati altrove. A Scelta Civica Prodi non piace, ma comunque Scelta Civica non basta. Allora rientra in ballo, in qualche modo il Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo, però, ha il suo candidato, Stefano Rodotà.

C’è un però: nella classifica delle Quirinarie, seppure solo all’ottavo posto, c’è anche Prodi. Se Rodotà e gli altri dovessero più o meno spontaneamente rinunciare allora, come ha detto Roberto Fico, il Movimento 5 Stelle voterebbe per lui. E Pd più 5 stelle dalla quarta votazione fa Presidente della Repubblica. Non di tutti? Neppure Giorgio Napolitano, all’inizio, lo era.