Quirinale. Veltroni sul Giornale di Berlusconi: “Odevaine lo azzoppa”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Gennaio 2015 - 13:15 OLTRE 6 MESI FA
Quirinale. Veltroni sul Giornale di Berlusconi: "Odevaine lo azzoppa"

Walter Veltroni. Il Giornale di Berlusconi: “Odevaine lo azzoppa”

ROMA – “Il toto Colle ora parte davvero” sentenzia il Giornale dei Berlusconi e aggiorna l’allibratore: “Sale Mattarella, scende Delrio”. Aggiunge poi un dettaglio, di cui si sussurra da giorni a Roma, ma che scritto sul Giornale dei Berlusconi assume quasi il valore di una dichiarazione di voto: Walter Veltroni, possibile candidato ipotizzato come gradito a Berlusconi, sarebbe da depennare per la connessione, indiretta e certo del tutto casuale, con l’inchiesta di Mafia Capitale. Veltroni, secondo il Giornale, sarebbe

 “azzoppato dalla presenza del suo ex vice capo gabinetto Luca Odevaine in Mafia Capitale”.

La lista del Giornale, compilata da Roberto Scafuri, comprende 18 nomi, in ordine di apparizione nell’articolo Romano Prodi, Giuliano Amato, Francesco Rutelli, Sergio Mattarella, Walter Veltroni, Piero Fassino, Dario Franceschini, Pierluigi Castagnetti, Franco Bassanini, Linda Lanzilotta, Anna Finocchiaro, Roberta Pinotti, Paola Severino, Graziano Delrio, Piercarlo Padoan, Pietro Grasso, Luciano Violante, Piwerferdinando Casini.

“oggi ad avere curriculum istituzionali all’altezza sono in due: Romano Prodi e Giuliano Amato, «campioni» di schemi agli antipodi. Il fondatore dell’Ulivo e del Pd, sempre che Berlusconi non ponga veti (ma ha detto di non porne), rappresenterebbe il suggello alla pacificazione nazionale. Con un occhio all’economia e fittissima rete internazionale, tali però da farne lo spauracchio di Renzi, che si potrebbe sentire sminuito, addirittura «commissariato». Se le sinistre e i grillini trovassero sponda nel Pdl (fittiani), il suo nome salirebbe nelle prime tre votazioni, fino a porre Renzi di fronte al bivio: farlo suo candidato o mollarlo e precipitare verso l’incognito. […]

Meglio ancora di Amato, nella logica di Matteo Renzi, è Francesco Rutelli, capofila di tutti i suoi più stretti collaboratori. Ma assai scarno il curriculum, e variopinto: da radicale a verde, da assaltatore anticlericale della Camera a teo-dem, fino alla scandalosa Margherita. Soluzione di ripiego: Sergio Mattarella, giudice costituzionale, ma figura politica sbiadita.

Poi Piero Fassino, che avrebbe gran voglia di mettersi alla pari dei corazzieri. O Dario Franceschini, già portaborse di Marini (a proposito: l’ottantenne ex presidente del Senato s’è rifatto vivo, dopo la cocente delusione del 2013, per dire di «non essere disponibile» – da leggere all’incontrario). Infine Pierluigi Castagnetti, del quale non si ricordano né opere né omissioni, e la coppia Franco Bassanini- Linda Lanzilotta, marito e moglie, entrambi aspiranti ma assai lontani dall’identikit che serve. Se non a Renzi, gallo del pollaio.

In un possibile impasse, Renzi avrebbe sempre la carta in grado di sparigliare, futile come pretendono i tempi: la presidente donna. Ne restano in lizza tre: Anna Finocchiaro, Roberta Pinotti e l’ex ministro Paola Severino.  Se Renzi potesse fare da solo, avrebbe già deciso: tirerebbe una monetina tra Graziano Delrio e Piercarlo Padoan, poi farebbe il tweet di felicitazioni. Ma la situazione potrebbe incancrenirsi e sfuggire dalle mani di Renzi. In questo caso, a nutrire speranze suffragate da percorsi istituzionali, sono Pietro Grasso e Luciano Violante (unico ex presidente della Camera spendibile, anche se inviso a buona parte del Parlamento). Se si andasse per le lunghe, visto che in teoria toccherebbe a un cattolico, sarebbe(ro) Pierferdinando Casini. Un maestro del genere”.

Veltroni, al di là di Odevaine, non sarebbe però in prima fila nella rosa di Renzi. Sulla Stampa Paolo Martini parla di tre file di candidati. E Veltroni sarebbe solo in terza file. Il vero nome su cui punta Renzi, l’arbitro eccellente, sarebbe Ignazio Visco. In seconda fila, invece, Sergio Mattarella e Piero Fassina. Solo in terza fila Walter Veltroni, un nome di riserva da calare nell’agone in caso di assetti da ridefinire.