Caso Agcom: telefoni di Berlusconi non sottoposti ad intercettazioni

Pubblicato il 13 Marzo 2010 - 11:09 OLTRE 6 MESI FA

I telefoni del premier Silvio Berlusconi non sono stati sottoposti ad intercettazioni dalla procura di Trani: le conversazioni telefoniche in cui si sente la voce del premier, e di cui ha parlato venerdì Il Fatto Quotidiano, sono state captate perchè egli parlava con persone le cui utenze erano sotto intercettazione. Lo si apprende da fonti giudiziarie tranesi.

Nell’inchiesta di Trani, avviata prima sui presunti tassi usurari applicati ai titolari di carta di credito tipo ‘revolving’ di American Express, si è poi aperto ‘casualmente’ – sostengono gli inquirenti – il giro di telefonate tra il premier, Silvio Berlusconi, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, e il commissario dell’Authority, Giancarlo Innocenzi.

Il reato ipotizzato in questa indagine, come riporta l’Ansa, è la concussione per il presunto pressing esercitato dal capo del governo per arrivare alla chiusura di Annozero. Questo filone investigativo è quindi assolutamente autonomo rispetto a quello delle carte di credito per il quale si ipotizza l’usura per i tassi applicati ai clienti in mora nei pagamenti.

Sono state proprio le persone coinvolte in quest’ultima indagine a contattare giornalisti e lo stesso direttore del TG1 per evitare che la stampa nazionale si occupasse della vicenda.

Un intervento legislativo che disciplini meglio modalità e tempi delle intercettazioni “è sicuramente utile”. Il presidente dell’Ufficio del Garante per la privacy, Francesco Pizzetti, intervistato da Libero ribadisce quanto affermato “nelle relazioni annuali e nelle audizioni parlamentari”, in materia di intercettazioni. “Occorre garantire che la magistratura – afferma Pizzetti – possa svolgere la sua attività investigativa con tutti i mezzi necessari, assicurare il diritto di difesa ed evitare di ledere inutilmente la posizione di terzi incolpevoli o di persone estranee alle indagini”.

Pizzetti fa poi un richiamo ai mezzi di informazione: “Dobbiamo constatare che spesso anche giornali che negli editoriali sostengono la correttezza di questa linea, nelle pagine interne pubblicano poi testi integrali delle intercettazioni”.