ROMA -Lo scontro sulla Rai si accende su una parola piena di conseguenze: commissariamento. Parola che significa di fatto non elezione, almeno non subito, di una nuova dirigenza, in attesa che alla riforma della tv pubblica si possa mettere le mani davvero. Parola che il Pdl, per bocca del segretario Angelino Alfano ripete di non voler neppure sentir pronunciare e che invece il Pd vorrebbe tradotta in pratica. Sulla linea del Pd anche il Terzo Polo e l’Idv di Antonio Di Pietro.
Ma sul commissariamento il Pdl sembra inamovibile. “C’è una legge vigente – è la tesi di Alfano – e noi siamo contro le scelte dei partiti che potrebbero fare una battaglia legislativa con il solo fine di mettere le mani sulla Rai”. Sulla stessa linea Altero Matteoli: “La tv di Stato è regolata da una legge e noi chiediamo di applicarla, peraltro non ci sono gli estremi per un commissariamento. Se poi il Parlamento decidesse di modificare la legge Gasparri vedremo, intanto va applicata l’attuale normativa”. Idem Fabrizio Cicchitto: “A proposito della Rai ieri ed oggi leggiamo cose aberranti. Adesso c’è addirittura chi propone un decreto che azzeri e distrugga la legge Gasparri”. E lo stesso Gasparri punta il dito contro “l’ossessione” del Pd: “Occupare poltrone in Rai”.
Insomma il Pdl è per la linea della “continuità” che significa subito la nomina di una nuova governance in cui il Pdl sarebbe ancora in posizione prevalente. A chiedere invece una frattura è il Pd che minaccia di non partecipare alla individuazione del nuovo cda nella situazione attuale. Sbotta il segretario Pier Luigi Bersani: “C’è un limite a tutto. Sentirsi dire da Alfano che vogliamo mettere le mani sulla Rai è davvero scandaloso. Da mesi stiamo dicendo: la Rai è un’azienda che ha il diritto di non avere le mani legate davanti alla sfida della concorrenza. I partiti escano dunque dalla Rai. Se non sarà così, noi ne usciremo comunque. Questo stiamo dicendo, da tempo, e a chiare lettere”. Il segretario democratico chiede una “nuova governance” e sottolinea: “Siamo disponibili a un eventuale commissariamento per la transizione” e se “il governo non prenderà una iniziativa e riterrà che tutto debba cambiare fuorché la Rai, Pdl e Lega si accomodino pure. Noi comunque non parteciperemo”.
Sulla stessa linea dei democratici anche l’Italia dei Valori che chiede una riforma complessiva del servizio pubblico. E’ Antonio Di Pietro a chiedere un intervento per “ridare dignità” a viale Mazzini.