Rai, Masi in Cda: rischio buco di oltre 600 milioni di euro

Pubblicato il 20 Ottobre 2009 - 21:56 OLTRE 6 MESI FA

Un rischio di buco nei conti, da qui al 2012, superiore ai 600 milioni di euro: è la previsione del direttore generale della Rai Mauro Masi, che ha dato oggi al consiglio di amministrazione le prime indicazioni sulle linee guida del nuovo piano industriale 2010-2012.

L’esame del documento – una quarantina di pagine – continuerà martedì prossimo, mentre il consiglio tornerà comunque a riunirsi giovedì 22 ottobre.

In cda oggi anche l’audizione dell’amministratore delegato della Sipra, Maurizio Braccialarghe, sull’andamento della raccolta pubblicitaria, e il dibattito sulla nuova offensiva di Sky, con la chiavetta per vedere l’offerta gratuita del digitale terrestre.

L’iniziativa della tv di Rupert Murdoch è «un’abile campagna di promozione e di marketing» per pochi utenti, meno del 10% dei clienti della piattaforma satellitare, ha spiegato Masi dopo le polemiche che hanno investito la Rai per il mancato accordo di fine estate con Sky. Una valutazione condivisa da Mediaset: il consigliere di amministrazione Gina Nieri ha parlato di «iniziativa scomposta, che crea confusione e illude un parco utenti amplissimo, pur riguardando in realtà solo 300 mila clienti su 4,5 milioni di abbonati Sky».

Masi ha sottolineato ancora che la ‘digital key’ non supporta «sistemi di accesso condizionato diversi da Nds», e dunque è improprio parlare di decoder unico, e ha annunciato approfondimenti sul piano legale, legati in particolare ai limiti imposti a Sky dall’Autorità di garanzia sull’utilizzo del digitale terrestre.

Considerazioni – accolte con qualche riserva in consiglio, in particolare da parte di chi aveva chiesto chiarimenti sull’impatto dell’iniziativa di Sky sui conti Rai – che con ogni probabilità il dg ripeterà domani in Vigilanza: l’ufficio di presidenza lo ha convocato oggi all’unanimità, su proposta del presidente Sergio Zavoli, per rispondere anche dei problemi legati al bilancio e all’evasione del canone.

Proprio il recupero dell’evasione – che si aggira attorno al 30% ed è stimabile in 400 milioni – è uno dei principali strumenti, insieme con l’efficientamento della macchina aziendale, che le linee guida del piano industriale prevedono di mettere in campo per far fronte a un deficit, legato alla crisi strutturale della raccolta pubblicitaria nonchè all’esborso per i diritti sportivi, che si preannuncia allarmante: per il 2009 il rosso toccherebbe i 50 milioni, nel 2010 la perdita ammonterebbe a 275 milioni, mentre per i due anni successivi il deficit si attesterebbe oltre i 100 milioni all’anno.