Rai, mozione di Fli alla Camera: Masi e Minzolini nel mirino

Pubblicato il 22 Novembre 2010 - 20:35 OLTRE 6 MESI FA

Si gioca sulla Rai la prima partita sul futuro del governo. Sono approdate in Aula alla Camera le mozioni presentate da Futuro e Libertà e dall’opposizione per il pluralismo nella tv pubblica, che promettono bagarre al momento del voto tra domani e giovedì. Il testo dei finiani, che potrebbe mandare sotto la maggioranza e fornire una prima attendibile fotografia dei numeri in campo in vista del voto di fiducia del 14 dicembre, punta il dito contro la gestione ”ispirata a criteri di opportunità politica” del dg Mauro Masi e contro il Tg1 di Augusto Minzolini, ritenuto fazioso.

In contemporanea a Palazzo Madama, dove i numeri sono più favorevoli al governo, il gruppo del Pdl ha reso noto il contenuto di un’altra mozione per il pluralismo, che stigmatizza ”l’egemonia della sinistra in Rai”. Una battaglia a colpi di atti parlamentari che prelude alla discussione di domani in Commissione di Vigilanza, dove sono attesi il cda con il presidente Paolo Garimberti e il dg Mauro Masi. Uno scontro, quello che si annuncia alle Camere, destinato a proseguire a palazzo San Macuto, dove è in discussione, alle prime battute, un atto di indirizzo centrato proprio sul pluralismo in Rai.

”Senza brusche correzioni di rotta, nel 2012 il ‘rosso’ della Rai potrebbe raggiungere i 600 milioni – ha avvertito Benedetto Della Vedova, presentando il testo di Fli – Masi può ritenere di essere saldamente in sella, il problema è che sta morendo il cavallo”. Parlando del pluralismo, il deputato finiano (che ha anche presentato con il suo gruppo una proposta di legge per la privatizzazione della Rai) ha aggiunto che ”non sono solo sproporzionati gli spazi riservati alle diverse posizioni. Il problema – ha spiegato – è che la Rai ha adottato come modello di riferimento del pluralismo dialettica tra berlusconismo e antiberlusconismo”.

La mozione impegna il governo ad adottare strumenti di controllo sul rispetto degli obblighi del contratto di servizio, in particolare in merito alla qualità dell’informazione, ma la portata politica del documento va oltre il contenuto. L’opposizione, che voterà il testo di Fli e ne ha presentato uno proprio, punta a far cadere la maggioranza su uno dei temi più caldi, quello del mercato televisivo. La mozione della minoranza, a prima firma di Giuseppe Giulietti, si pone come cornice rispetto a quella di Fli, richiamando il governo al rispetto delle norme vigenti a livello europeo. In votazione a Montecitorio c’è anche una mozione presentata da Luciano Sardelli di Noi Sud, che critica soprattutto ”la scarsa attenzione dedicata alla realtà meridionale”.

Al Senato il Pdl ha invece presentato un testo, ancora non calendarizzato, che stigmatizza ”l’egemonia della sinistra” a causa della quale ”il pluralismo non sempre ha trovato realizzazione” e invita la Rai ad evitare ”situazioni di monopolio con particolare riguardo a produttori facilmente riconducibili a parlamentari”. Un punto – sottolinea Libertiamo – che sembra richiamare i rapporti della Rai con il cognato di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani, oltre che con la moglie di Italo Bocchino, Gabriella Buontempo. L’associazione vicina ai finiani ricorda quindi che ”Endemol, il piu’ importante produttore di contenuti della Rai, fa riferimento a Berlusconi”.