Rai nel mirino di Agcom. Processo a Santoro?

Pubblicato il 17 Dicembre 2009 - 18:18 OLTRE 6 MESI FA

Michele Santoro

La maggioranza scricchiola, i pentiti parlano, il presidente del Consiglio viene aggredito in piazza a Milano e la coalizione di governo punta il dito su chi fa “guerra mediatica” contro il premier e il suo esecutivo. Esponenti della maggioranza additano trasmissioni tv, in cima “Annozero”, come prime promotrici di questo “clima di odio”. L’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom), allora, prende provvedimenti e la Rai entra in fibrillazione.

Scatta il «controllo sul rispetto degli obblighi di obiettività e di equilibrio dell’informazione» nelle trasmissioni Rai. Imputato eccellente Michele Santoro. Ma la sua trasmissione sarà l’unica sotto il mirino dell’Agcom? Insomma, quella dell’Authority sarà un vero e serio controllo su tutti i programmi di approfondimento Rai?

A poche ore dalla puntata di “Annozero” di questa sera sull’aggressione al premier a piazza del Duomo dal titolo “I mandanti”, l’Agcom apre un’istruttoria per «verificare il rispetto da parte della Rai degli obblighi di obiettività, di equilibrio dell’informazione, di non incitazione alla violenza e di effettiva osservanza del contraddittorio nelle trasmissioni di informazione».

Il cda della Rai, intanto, con una delibera chiede da subito la «sospensione di docu-fiction e docu-drama o comunque ricostruzioni con attori che abbiano ad oggetto tematiche connesse a procedimenti giudiziari in corso».  Una decisione che va a recepire la circolare del direttore generale Mauro Masi che l’11 dicembre scorso aveva imposto questo divieto a tutti i direttori di reti e testate. Santoro allora aveva subito replicato che «non risultano leggi, regolamenti o sentenze che impediscano di fare cronaca giudiziaria con l’uso di attori». Ora le regole sono state fatte.

Ad occuparsi del controllo e delle sanzioni il neo-costituito Comitato per l’applicazione del codice di autoregolamentazione presieduto dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale Riccardo Chieppa.

Ma quali parametri verranno utilizzati dall’Authority?  Saranno più gravi le parolacce e gli insulti tra politici, le risse sventate per velocità reattiva del conduttore oppure le opinioni di parte vendute come fatti concreti? Saranno più gravi le rappresentazioni “animate” di scene come la deposizione di Spatuzza o la violazione del contraddittorio in una trasmissione politica?

Perchè qualcuno, leggendo la notizia dell’inchiesta dell’Agcom, potrebbe domandarsi se finiranno sotto il mirino dell’Authority e della Rai solo le docu-fiction di Annozero o anche i plastici di Bruno Vespa. Potrebbe venire il dubbio se nei prossimi giorni e mesi verranno ritenute una violazione delle regole sul contraddittorio solo le puntate di Annozero o anche, ad esempio, gli editoriali di Augusto Minzolini al Tg1.

E ancora, se l’Agcom riterrà in futuro lecita o meno una puntata simile a quella di “Porta a Porta” in cui il presidente del Consiglio, al telefono, insultò la vice presidente della Camera, Rosy Bindi dicendole che è «più bella che intelligente». O quella in cui, intervenendo al telefono a Ballarò, attaccò Floris e rispose a domande al posto di due autorevoli esponenti della maggioranza come Ignazio La Russa e Angelino Alfano, pure presenti in studio.

Gli esempi da fare, in realtà, sarebbero innumerevoli. La domanda una sola: i nuovi movimenti dell’Agcom e della Rai sono motivati da un reale interesse affinché l’informazione sia più obiettiva possibile o sono dettati da un momento emotivo come quello successivo al lancio della statuetta in piazza del Duomo?

Quello che si sa, per ora, è che sull’argomento, nei prossimi giorni, l’Agcom ascolterà i vertici della Rai e che per motivare la scelta dell’istruttoria ha addirittura scomodato il Papa e il Presidente della Repubblica che, nei giorni scorsi, hanno lanciato «autorevoli appelli per un’informazione scevra dall’odio politico». Il tutto con il beneplacito della commissione di Vigilanza Rai che, in fretta, ha dato la sua benedizione.