Rai, Vita (Pd): “Il Tg1 occulta il caso Brancher. Fasano (Pdl): “Menzogne”

Pubblicato il 26 Giugno 2010 - 18:16 OLTRE 6 MESI FA

Vincenzo Vita

Caso Brancher e Tg1, botta e risposta tra Vincenzo Vita, senatore del Pd e membro della commissione di Vigilanza Rai e il senatore del Pdl Vincenzo Fasano, componente della Commissione parlamentare Rai.

Secondo Vita il Tg1 ”specchio fedele e zelante del governo, e’ persino costretto a registrarne il crepuscolo. Naturalmente, manipolando pure la gravita’ della crisi e mascherando i conflitti ormai irreversibili nella maggioranza”.

Fino a ieri, secondo l’esponente Pd, il tg diretto da Minzolini era quello che aveva parlato meno della crisi economica in Italia ma ”oggi magicamente torna a darle rilievo, con un lungo servizio su Berlusconi al G20 e, guarda caso, nella giornata in cui il presidente Napolitano mette riparo al tentativo smaccato del governo e del ministro Brancher di usare le istituzioni ad personam”.

”Quanto alla Lega, sappiamo che i suoi elettori si aspettano che prenda le distanze da questa vicenda, ma che il Tg1 la anticipi attribuendo a Bossi delle generiche ‘critiche’, quando al massimo c’e’ stato solo uno smaccato tentativo di smarcarsi da un affaire di cui e’ stata complice, e’ davvero grottesco. Insomma il Tg1 rimane il Tg1”.

Pronta la replica del senatore Fasano secondo cui Vita e’ ”un falsario” e attacca il tg1 ”mistificando la realta”. Oggi, rileva il senatore Pdl ”il Tg1 ha dato correttamente ben due servizi sul caso Brancher, uno addirittura con l’intervento sonoro del pubblico ministero Fusco ed un secondo in cui hanno parlato esponenti del Pd e dell’Idv. Era la seconda notizia del giornale dopo il G8 che e’ un fatto di rilevanza mondiale, la prima notizia di tutti i notiziari del pianeta. Eppure, Vita dando conferma della sua pochezza culturale si lamenta”.

Per Fasano ”il sovietico Vita e’ nostalgico dell’era in cui dettava le scalette dei Tg Rai e vorrebbe ingerire nell’autonomia dei notiziari. Siamo al comunismo piu’ becero di cui questo esponente marginalizzato nel suo stesso partito è una delle manifestazione più retrive”.