La nuvola Rossi sulla testa di De Magistris

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 9 Gennaio 2012 - 20:22 OLTRE 6 MESI FA

Raphael Rossi con Luigi De Magistris (Lapresse)

NAPOLI – La rimozione del “mago dei rifiuti” Raphael Rossi sarà per Luigi de Magistris uno dei rifiuti “speciali” più difficili da smaltire. Chiamato subito dopo l’elezione dell’ex pubblico ministero a sindaco di Napoli alla gestione dell’Asia, l’azienda dei rifiuti del Comune, il trentasettenne italo-francese Rossi era arrivato con un curriculum di integerrimo: a Torino aveva denunciato i vertici dell’azienda dei rifiuti dell’Amiat, accusandoli di avergli offerto una tangente di 125 mila euro per non opporsi all’acquisto di un macchinario inutile. Il Comune risparmiò 4,2 milioni ma lui ci rimise il posto di lavoro.

Speranza della “rivoluzione arancione” in un settore strategico come quello dei rifiuti. Speranza durata poco: solo sei mesi. Perché? Nel minestrone dei retroscena a cuocere sono tanti motivi: i cattivi rapporti con il vicesindaco Tommaso Sodano e la dirigenza di Asia, il taglio di alcune centinaia di euro agli stipendi dei manager di Asia, il no all’assunzione di 23 lavoratori dell’ex bacino Napoli 5, eccessi, secondo i detrattori, di protagonismo e di consulenze. Tutti “ingredienti” validi, ma nessuno sa dire se fra questi c’è quello decisivo.

Più facile orientarsi fra i vicoli dei Quartieri Spagnoli che nelle pieghe barocche delle vicende politiche napoletane. Proviamo ad andare in ordine cronologico.

Il 12 giugno 2011 Luigi De Magistris chiama Raphael Rossi alla presidenza del cda di Asia. Dopo il trionfo alle elezioni comunali, la nomina di Rossi è una di quelle che ha maggiore eco mediatica. “Legalità”, “cambiamento”…. c’è molto entusiasmo intorno a Rossi in quei giorni e passa in secondo piano la missione impossibile che gli viene affidata: uscire dall’emergenza rifiuti, rilanciare la raccolta differenziata, rimettere a posto i conti della dissestata gestione della “munnezza”, combattendo il clientelismo e le connivenze con la malavita.

Agosto 2011. Dopo neanche due mesi è già finito clima idilliaco da “Benvenuti al Sud” che circonda il torinese sceso a Napoli. A palazzo San Giacomo, sede del Comune, lo chiamano il “primo della classe” e non è certo per fargli un complimento. Danno fastidio la sua iper esposizione mediatica e in particolare è costretto dalla giunta a fare dietrofront dopo un’intervista in cui aveva dichiarato “realistica” una soglia del 40% di raccolta differenziata. Una delle cifre cardine della “rivoluzione arancione” è infatti il 70% di differenziata, livello che una volta raggiunto avrebbe permesso di pulire Napoli facendo allo stesso tempo a meno di discariche, inceneritori, termovalorizzatori.

Il 2 agosto la giunta De Magistris vota all’unanimità una delibera in cui chiede l’assunzione di 23 lavoratori (età media 53 anni) dell’ex bacino Napoli 5. E’ un consorzio fantasma, mai entrato in funzione, ma che ha pagato ogni mese per 12 anni quasi 400 persone per lo “smaltimento del cartone”. In 362, nel 2009, hanno accettato di essere riassorbiti in Asia a condizioni che i “23” hanno rifiutato, facendo causa contro il Comune e perdendola. Aggiungere i “23” comporterebbe per Asia una spesa di 700.000 euro, su un bilancio che deve fare fronte già ogni mese a 2.300 buste paga per un personale con un’età media di 56 anni. Ma togliere i rifiuti dalle strade è un lavoro pesante e Rossi ha buon gioco a dichiarare che con quei 700.000 euro si potrebbe assumere 60 giovani per bando. Giovani che spazzerebbero “veramente” le strade di Napoli “per almeno 20-30 anni di attività prima della loro pensione”.

A fine novembre il commissario Ue all’Ambiente Janez Potocnik, commissario Ue all’Ambiente arriva in città e dichiara: “La situazione dei rifiuti a Napoli è una vergogna”. Il livello di raccolta differenziata è al 19%, ben lontano dal “realistico 40%” pronosticato da Rossi e dal “rivoluzionario 70%” del De Magistris in campagna elettorale. Intanto il 30 novembre anche il consiglio comunale vota all’unanimità per l’assunzione dei “23”, obbligatoriamente entro il 31 dicembre.

Dicembre. Rossi rivendica come un record per Napoli il 22% di raccolta differenziata. Riduce di alcune centinaia di euro lo stipendio dei dirigenti Asia, introducendo un meccanismo a premi per il 2012: si può scommettere che anche questa mossa non lo circondi di sorrisi, all’interno e fuori dall’azienda. Intanto ha trovato l’accordo per inviare in Olanda 105 navi che trasporteranno 200 mila tonnellate di rifiuti. Però, spiega Conchita Sannino su Repubblica:

Se oggi Napoli non affoga nell’immondizia è perché la Puglia sta inghiottendo ogni giorno, da mesi e con lauta ricompensa, circa mille tonnellate al giorno di rifiuti napoletani. Camion più leggeri viaggiano verso altre regioni. Se il problema non è ancora esploso è perché resta aperta, solo per 30 giorni, la discarica di Terzigno. E perché funzionano, ancora per pochi mesi, gli sversatoi dell’entroterra campano: a San Tammaro (Caserta), Savignano Irpino (Avellino) e Sant’Arcangelo (Benevento). 

30 dicembre. Rossi, atto rituale per denunciare un problema, rassegna le dimissioni. Ma De Magistris a sorpresa le accetta, spiegando che “il ruolo di Rossi era fondamentale in prima linea come presidente nei primi sei mesi per rompere il sistema, per rilanciare la differenziata, per fare la rivoluzione ambientale. Tutto questo è stato avviato e lui ha fatto un ottimo lavoro, ma adesso si può dedicare anche ad altro. Non è una rottura, ma un consolidamento”. Politichese puro. Nel “consolidamento”, rimane molto consolidata ai vertici di Asia la posizione di Daniele Fortini, portato in azienda dal numero della precedente gestione, Pasquale Losa. Il Mattino di quello stesso giorno pubblica un retroscena secondo il quale il motivo della rottura sarebbero divergenze sullo stipendio di Rossi.

1-9 gennaio 2012. L’anno nuovo si apre con il protocollo 01, il primo atto pubblico, che dispone la rimozione dall’incarico di Rossi. Per la sua sostituzione viene fatta una scelta interna all’azienda: Raffaele Del Giudice. Il giovane manager torinese con interviste, lettere aperte, interventi sul suo blog sul Fatto Quotidiano dà il via a una tempesta mediatica alla quale non mancano le critiche via Twitter di Roberto Saviano. De Magistris, in una conferenza stampa di due ore convocata il 2 gennaio, continua a non chiarire i reali motivi dell’allontanamento di Rossi, anzi ribadisce che Rossi rimarrà nella “squadra” che “farà la rivoluzione” a Napoli, magari con un incarico alle Terme di Agnano (?!). Ma il sindaco smentisce Rossi che aveva motivato la sua rimozione con il rifiuto ad assumere quei 23 ultracinquantenni all’Asia.

Tommaso Sodano, Raphael Rossi e Luigi De Magistris (Lapresse)

Il vicesindaco con delega all’Ambiente, Tommaso Sodano, chiede un report ai dirigenti dell’Asia sull’operato di Rossi. Il contenuto di questo rapporto viene pubblicato dal Mattino: si parla di consulenze per 150 mila euro che hanno fatto “storcere il naso a più d’uno”. Sono per la società Studium e per 4 persone di stretta fiducia di Rossi. Lui ha buon gioco a difendersi scrivendo allo stesso Mattino che l’ammontare di quelle consulenze non arriva a 150 mila euro, che in ogni caso la cifra non è scandalosa e che la decisione era nei suoi poteri.

Sodano intervistato da Repubblica dice che Rossi mostrandosi sorpreso del suo allontanamento ha mentito: “Dice il falso, ci sono molti testimoni. La sostituzione di Rossi l’avevamo concordata a ottobre, se n’è riparlato a metà novembre e lui ci aveva chiesto di arrivare al 16 dicembre. Poi tutto è slittato a fine dicembre”.

Intanto salpa la prima nave di rifiuti diretta in Olanda, ma dalla Regione Campania l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano chiede a cosa serva quella nave “dispendiosa e inutile” perché partirà non a pieno carico e trasporterà rifiuti secchi, che potrebbero essere smaltiti tranquillamente nel termovalorizzatore di Acerra, mentre il vero problema resta lo smaltimento dei rifiuti umidi.

L’impressione è che il polverone che si è sollevato con il caso Rossi farà molti danni alla popolarità di De Magistris. Perché quello dei rifiuti è una delle questioni centrali di Napoli e pare ancora del tutto irrisolta. Perché Rossi è un simbolo di legalità ed è, come De Magistris, uno molto abile a usare i social network, i blog, la stampa: gli stessi elementi che hanno fatto la fortuna politica dell’ex pm potrebbero trasformarsi in un trampolino su una piscina vuota.