“Una rapina, andiamo in galera e poi la Regione Sicilia ci assume”: appello da un sito di Palermo

di Lucio Fero
Pubblicato il 5 Gennaio 2011 - 14:21 OLTRE 6 MESI FA

Raffaele Lombardo, governatore della Sicilia

“Facciamo una rapina, magari di caramelle e Nutella, senza fare male a nessuno. L’importante non è il bottino, l’importante è farsi arrestare, magari solo per un paio di giorni. Poi, quando ci scarcerano, andiamo alla Regione e chiediamo di farci assumere anche noi”. L’appello, ironico ma non tanto, paradossale ma non tanto, è sul sito SiciliaInformazioni ed è rivolto a tutti i laureati disoccupati dell’isola. E’ un appello a prendersi la “patente” di “soggetti svantaggiati”, quelli a cui la Regione Sicilia offre prima un sussidio, poi la qualifica di precario, infine prima o poi l’assunzione come dipendente pubblico. L’ultima recentissima “infornata” voluta e firmata dall’assessore alla Famiglia, Politiche sociali e del lavoro, Andrea Piraino, inventa 8.400 mini “posti”. Posti di lavoro non proprio perché gli 8.400 non avranno nulla da fare se non “qualificarsi” a un qualche lavoro in cambio di 500 euro al mese per 12/18 mesi. Si comincia così e poi si finisce assunti, sono “mini posti che crescono”, garantito. Garantito dalla storia recente e passata della Regione Sicilia.

Nel 2001 si chiamavano Pip, “Piani di inserimento professionale”. Quelli del Pip, anzi i “Pip” come sono conosciuti a Palermo, cominciarono con 620 euro al mese rinnovati ogni tre mesi. Per fare? Di tutto e di niente: sorvegliare sottopassaggi, pulire spiaggie… I 620 euro con il tempo sono diventati 800 più assegni familiari e finalmente assunzione piena a carico della Regione. I Pip erano 3123: ex detenuti, alcolisti, tossicodipendenti e “disagiati” in generale. Ora sono tutti dipendenti pubblici. Una sera di tanti anni fa per “convincere” il governo locale a “stabilizzare” il loro precariato assediarono il Commissario di governo nel palazzo del Comune e la “notte di Villa Niscemi” ebbe successo e fece scuola. Da allora la Regione Sicilia ha messo insieme 144.417 stipendi e assunzioni, un siciliano ogni 239. E tutti assunti senza concorsi, qualifiche e selezioni di merito. Tirati dentro a furor di popolo e a favor di partiti politici. A Palermo si racconta della funzionaria dell’assessorato all’Agricoltura cui è stato presentato pochi giorni fa il nuovo collega assunto, quello che a suo tempo l’aveva scippata in strada. Se è andata così per i 3123 Pip del 2001, perché non dovrebbe andare così anche per gli 8400 del 2011? Che si aggiungono ai 5000 che la Regione Sicilia ha deciso di assumere nella Sanità. In un mese deliberate ben 77 mila assunzioni nei prossimi anni. Per gli “svantaggiati”, ragazzi usciti da casa famiglia, minorenni sottoposti a procedimento giudiziario, capifamiglia senza dimora, disagiati psichici, come recita il bando ufficiale. E non solo, anche cittadini, siciliani comuni e semplici, alla sola condizione di farsi piccolo o grande “comitato elettorale”, gruppetto di voti da offrire ai partiti.

In attesa di essere prima o poi ma sicuramente assunti dalla Regione che faranno? Faranno girare la macchina dei 240 milioni di euro che alimenta e sostiene 1600 enti che organizzano i corsi della formazione professionale. La Confindustria siciliana ha detto che questi corsi non servono a nulla e che a nulla preparano professionalmente. Sbaglia la Confindustria, servono a far girare soldi pubblici e preparano a una pubblica assunzione. Avanti c’è posto, al Comune di Palermo sono già in 25mila, di questi 6500 ufficialmente senza nulla da fare, ma regolarmente pagati.

E’ uno dei tanti , ineguagliati e ineguagliabili record della “politica del lavoro” in Sicilia. A Napoli che è Napoli i “disoccupati organizzati” ci provano da decenni a farsi assumere in massa. Qualche centinaio si è infilato, e si vede, nelle aziende per lo smaltimento rifiuti. Ma a Napoli che è Napoli la perfezione dell’assunzione di massa se la sognano. Una performance invece raggiunta e ora confermata dalla Regione Sicilia con il “battesimo” dei nuovi 8400. Una performance nella terra delle performance: chi è il pensionato più pagato d’Italia? Tal Felice Crosta, 496mila euro l’anno, 1358 euro al giorno. Che faceva Crosta felice di nome e di fatto? Il dirigente alla Regione Sicilia.