Rebus governo: oltre Bersani resistono Saccomanni e Cancellieri

Pubblicato il 6 Marzo 2013 - 11:23| Aggiornato il 5 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Pierluigi Bersani, Fabrizio Saccomanni, Annamaria Cancellieri: sono questi i nomi che resistono per il governo. A meno di dieci giorni dall’insediamento delle nuove Camere le ipotesi sulle possibili formule di governo si mischiano e si confondono.

A mettere insieme i retroscena è Carmelo Lopapa sul quotidiano la Repubblica. Tutti sembrano essere d’accordo sul fatto che sia il segretario Pd Pier Luigi Bersani a dover fare il primo passo, andare alle consultazioni dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con una sua proposta di governo, anche se di minoranza. Ma su quali siano le alternative se Napolitano dovesse rigettare questa eventualità, o se il governo a guida Bersani non dovesse ricevere la fiducia del Parlamento, è un rebus.

Lopapa, dopo aver escluso, per bocca dello stesso Renzi, un voltafaccia da parte del sindaco rottamatore, parla di un Pd confuso che si riunisce mercoledì mattina per confermare la fiducia al proprio leader ma, in un certo senso, già guarda avanti. Lo stesso Renzi presenterà alla direzione nazionale la sua ricetta in 4 punti: abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, abolizione dei vitalizi, cancellazione delle province, un Senato delle autonomie locali. A dispetto di ogni congettura, Renzi resta al fianco di Bersani e la scalata semmai sarà interna, con nuove primarie a ridosso di nuove elezioni.

Fuori dal Pd però, scrive Lopapa, anche Nichi Vendola pensa a un piano B senza il segretario parlando di uun “governo di cambiamento, antitecnici, con incarichi a personalità che tutelino il bene comune e le esigenze del Paese”.

Lo scenario sul dopo Bersani, tracciato da Lopapa, vedrebbe ancora in campo Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno, ex prefetto, ed unica donna nella rosa dei papabili. E Fabrizio Saccomanni, dg di Banca d’Italia che due anni fa vide svanire la nomina a governatore per colpa delle divisioni che laceravano il morente governo Berlusconi. Ma, osserva Lopapa, “per un esecutivo di corto respiro nessuno si sente di spendere la carta dell’attuale governatore Ignazio Visco“.