Referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento all’esame della Corte costituzionale

Pubblicato il 12 Gennaio 2011 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA

La sala della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale ha cominciato l’esame in camera di consiglio dell’ammissibilità di sei quesiti referendari: quattro contro la ‘privatizzazione dell’acqua’, uno per il ‘no’ al ritorno del nucleare in Italia, e il sesto per l’abrogazione totale della legge sul ‘legittimo impedimento’ (lo ‘scudo’ che almeno fino al prossimo ottobre tiene lontano il premier Berlusconi dalle aule giudiziarie).

I giudici della Consulta  presenti alla seduta del 12 gennaio sono in quattordici: Maria Rita Saulle, con problemi di salute, tornerà solo il 13 gennaio per la decisione che la Corte dovrà prendere in merito ai ricorsi presentati dalla magistratura di Milano sul legittimo impedimento.

I sei quesiti. La mattina del 12 gennaio la Corte Costituzionale ascolterà a porte chiuse le ragioni dei comitati promotori dei sei referendum: tre dei quattro quesiti riguardano le norme sull’affidamento con gara ai privati della gestione dei servizi pubblici e sono stati promossi dal comitato ‘Sì acqua pubblica’. Il quarto, per l’abrogazione parziale delle norme che limitano la gestione pubblica del servizio idrico, dall’Idv di Antonio Di Pietro. Il quinto, sempre promosso dall’Idv, è per l’abrogazione di numerose norme che prevedono la realizzazione di impianti per la produzione di energia nucleare. Il sesto, anch’esso dell’Idv, è sul legittimo impedimento.

Il legittimo impedimento. La decisione della Consulta sull’ammissibilità dei referendum arriverà nel pomeriggio del 12 gennaio. Se la Corte, come sembra probabile, darà il via libera al referendum per la cancellazione della legge sul legittimo impedimento, non è detto che la consultazione popolare si terrà con certezza la prossima primavera. Nel caso di un verdetto di bocciatura totale, il 13 gennaio, dello ‘scudo’ a favore del premier, il referendum dell’Idv non ci sarà. Se invece il legittimo impedimento fosse bocciato in parte, allora sarà l’ufficio centrale della Cassazione a decidere se ancora sussiste l’interesse al referendum. Consultazione popolare garantita solo nel caso in cui dovesse arrivare una sentenza interpretativa di rigetto o una inamissibilità dei tre ricorsi sollevati dai giudici dei casi Mills, Mediaset e Mediatrade.

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