Referendum e voto nel 2012? Maroni lo vuole, Berlusconi e Calderoli no

Pubblicato il 2 Ottobre 2011 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA

ROMA- Dopo l‘apertura di Bobo Maroni sul referendum si apre un altro fronte nel centrodestra: quello di Silvio Berlusconi contro l’aspirante leader del Carroccio. L’uno vuole finire la legislatura, se necessario affrontare il referendum e superarlo e “andare avanti fino al 2013”. L’altro ha ammesso e accettato il referendum sul “porcellum” per tre motivi: uno perché stupito da quel milione 210 mila firme raccolte; poi per attaccare Calderoli (autore della legge elettorale vigente) e Bossi; infine per andare a elezioni anticipate nella primavera del 2012. Maroni infatti ritiene che il governo attuale non potrà reggere all’urto di un referendum e che quindi ben prima di quel voto si dovrà andare alle urne. Un’ipotesi che è stata poi allontanata da Calderoli: “Meglio una legislatura costituente del voto anticipato”.

Da parte sua invece Berlusconi vuole tenere duro, ancora dice che “arriverà al 2013” e pensa a come “raggiungere il pareggio di bilancio” e varare “una grande riforma fiscale”. Allo stesso tempo si starebbe convincendo dell’impossibilità di impedire il voto sul referendum e sta pensando a come usare quel voto a suo favore: se si fissa il voto sul referendum a giugno, pensa Berlusconi, si lavorerà dopo l’estate ad una nuova legge, e il governo potrà andare avanti senza scossoni.

Maroni è invece convinto che in questo Parlamento non ci siano le condizioni per un’intesa sulla legge elettorale. Pensa quindi che emergeranno fortissime spinte per lo scioglimento anticipato delle Camere. Con l’apertura delle urne nella primavera del 2012.