Referendum, Renzi: “Il No? Odio ad personam”. Berlusconi: “Con il sì dittatura”

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Dicembre 2016 - 05:22 OLTRE 6 MESI FA
Referendum, Renzi: "Il No? Odio ad personam". Berlusconi: "Con il Sì dittatura"

Referendum, Renzi: “Il No? Odio ad personam”. Berlusconi: “Con il Sì dittatura” (Foto Ansa)

ROMA – Referendum del 4 dicembre, scontro a distanza tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. “Tanti amici del No sembrano tenuti insieme più dall’odio ad personam che da altro”, attacca il premier. “Se vince il Sì è meglio andare in un altro Paese, perché verrebbe meno la democrazia”, arriva a dire il leader di Forza Italia. Renzi e Berlusconi tornano a sfidarsi in tv, ma in un confronto ancora una volta a distanza. L’uno non sa cosa ha affermato l’altro, ma ciascuno sfodera tutte le sue armi se è vero, come spiega il leader del Pd, che sono queste le ore decisive per la vittoria al referendum, perché “la stragrande maggioranza degli incerti decide ora”.

Nel salotto di Porta a Porta, il confronto è a quattro: Renzi e Angelino Alfano per il Sì, Berlusconi e Matteo Salvini per il No. Mezz’ora ciascuno. Inizia il premier, che sceglie toni pacati, rassicuranti, per stare al merito. In tasca il leader Dem ha l’endorsement, sia pur con critiche, di Romano Prodi: dimostra che “se si aspetta la riforma perfetta, non si fa niente”. Tra l’altro, “quelli che fecero cadere Prodi sono tutti schierati per il No: Mastella e Dini nel 2008 e nel 1998 Bertinotti e uno del Pd, non faccio nomi”, nota puntuto con riferimento a Massimo D’Alema.

“Non fatevi fregare, leggete il quesito”, è il messaggio del premier al pubblico di Rai 1. “Il voto non è su di me come quello sull’aborto non era su Pannella”, aggiunge. “Gli togliamo il giocattolo”, alcuni hanno “paura di provare l’ebbrezza mistica di lavorare”, incalza, ribadendo che se perderà non resterà “aggrappato alla poltrona”. Ci sarà un rimpasto di governo se vincerà il Sì?, chiede Vespa. “Se vinciamo avremo una grandissima forza per cambiare l’Europa”, alza l’asticella il presidente del Consiglio.

Mentre Alfano, che non si stanca di ripetere a Renzi di restare anche se perde, spiega di non aver paura di un eventuale rimpasto: “A me tutto può succedere tranne che essere punito per quanto di buono fatto. Senza di noi, l’Italia sarebbe andata a precipizio”, afferma il ministro dell’Interno, che invita il comitato del No a non demonizzare il voto all’estero.

Dal fronte No Salvini, avversario politico di Alfano, guarda già oltre: “Dopo Renzi non c’è solo Grillo, esporteremo il buon governo lombardo-veneto”. Intanto Berlusconi, che si sofferma a ricordare il passato (nel 2013 non è caduto per i sorrisini di Hollande e Merkel, accusa, ma per la “regia dell’allora capo dello Stato”), prova a non farsi sottrarre dal Sì i voti del centrodestra, che Renzi stesso ha detto di considerare determinanti per la vittoria del referendum. E alza i toni: con la riforma, attacca, ci sarà una dittatura e il Pd diventerà “padrone” delle istituzioni.

Si spinge poi a ipotizzare la possibilità (una minaccia agitata da alcuni suoi avversari in passato contro di lui) di espatriare, in caso di vittoria del Sì. Infine, scherza: “Il fac simile di scheda elettorale per il Senato mostrato da Renzi è come l’Enrico stai sereno”. E ancora: “Vespa, se vince Grillo le darò un passaggio con il mio aereo e secondo me lo chiederà anche Renzi… speriamo sappia giocare a poker”.