Referendum Sardegna: validi i 10 quesiti, sì in testa. Addio Province?

Pubblicato il 7 Maggio 2012 - 09:52| Aggiornato il 9 Maggio 2012 OLTRE 6 MESI FA

(LaPresse)

CAGLIARI – Il quorum è stato superato ed i referendum ”anticasta” (tutti e 10) promossi in Sardegna sono validi: quando manca solo il 5% delle sezioni, con i dati sui votanti per i singoli quesiti, il quorum risulta abbondantemente superato. Si e’ infatti oltre il 35%, due punti in piu’ della soglia richiesta per la validita’.

Tra i quesiti proposti, i piu’ attesi sono quelli per l’abrogazione delle quattro Province di recente istituzione (2001), Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Olbia Tempio e Ogliastra, e per tagliare le indennita’ dei consiglieri regionali. Gli altri cinque sono invece consultivi: si sondano gli elettori per abolire le altre quattro Province storiche (Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano), portare da 80 a 50 il numero dei componenti del Parlamento sardo, cancellare i consigli di amministrazione degli enti regionali, istituire un’Assemblea costituente per la riscrittura dello Statuto autonomistico, eleggere direttamente il presidente della Regione attraverso le primarie.

Nei quattro referendum abrogativi sulle nuove Province sarde, i Si’ superano il 97%, mentre in quello consultivo sull’abolizione delle quattro Province storiche i Si’ si fermano al 68,57%, i No al 31,42%.

Quando lo scrutinio delle schede dei dieci referendum anticasta in Sardegna e’ giunto a meta’, si confermano i risultati della vittoria schiacciante del Si’: si e’ intorno al 97% per otto quesiti, compresi quelli per l’abolizione delle 4 Province di recente istituzione. Attorno al 94% il dato dei favorevoli per la riscrittura dello Statuto sardo con l’Assemblea Costituente, mentre si ferma al 67% la percentuale di coloro che chiedono la cancellazione quattro Province storiche di Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro.

Il quesito sulla riscrittura dello Statuto sardo da parte di un’Assemblea Costituente conferma la vittoria netta dei Si’ con il 93,99%. Al 96,76% i favorevoli all’elezione diretta del Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, scelto attraverso elezioni primarie e il 97,22% quelli favorevoli all’abrogazione della legge che norma l’ammontare degli emolumenti dei consiglieri regionali.

Oltre il 97% anche i Si’ all’abolizione dei consigli di amministrazione di tutti gli Enti strumentali e Agenzie della Regione, mentre sale al 98,33% la percentuale di favorevoli alla riduzione a 50 del numero dei componenti del Consiglio regionale.

L’attesa e’ tutta nelle prossime ore per un verdetto che potrebbe sancire la cancellazione di Ogliastra, Carbonia Iglesias, Medio Campidano e Olbia Tempio, e potrebbe metter una seria ipoteca anche per l’eliminazione delle altre quattro province storiche.

Il Movimento referendario esulta, assieme anche a molti sindaci e al presidente della Regione, Ugo Cappellacci che si son spesi a favore della consultazione. I ”vento dell’isola anticasta” potrebbe quindi azzerare gli enti intermedi.

Saranno i risultati sui singoli quesiti consultivi, inoltre, a sancire se la minoranza dei sardi, che ha ieri deciso di votare, ha detto si’ anche alla riduzione del numero dei consiglieri regionali, all’abolizione dei Consigli di amministrazione di enti e agenzie regionali, all’istituzione di un’Assemblea costituente per la riscrittura dello Statuto autonomistico sardo e all’elezione diretta del Presidente della Regione attraverso le primarie.

Se la validita’ della consultazione sui ”Dieci referendum per cambiare la Sardegna”, come l’hanno chiamata i promotori, e’ stata sino all’ultimo in forse, nodo sciolto solo alla chiusura dei seggi alle 22 di ieri, concordi sono invece i partiti sul fatto che nell’isola e’ stata espressa una forte richiesta di cambiamento.

Mentre per l’Unione Province sarde, che sino all’ultimo ha cercato di bloccare la consultazione con ricorsi al Tar e alla magistratura civile, se le nuove province verranno cancellate si aprira’ una fase caotica per la gestione dei territori.