Referendum Veneto, analisi del traffico: “Dati falsi, il 10% ha votato dal Cile”

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2014 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA
Referendum Veneto, analisi del traffico: "Dati falsi, il 10% ha votato dal Cile"

Referendum Veneto, analisi del traffico: “Dati falsi, il 10% ha votato dal Cile” (Foto Lapresse)

VENEZIA – Non solo i numeri del referendum per l’indipendenza del Veneto sarebbero falsi – non più 100 mila contro i due milioni e mezzo di votanti sbandierati da Plebiscito.eu – ma dall’analisi del traffico dati risulterebbe che un decimo dei votanti si è addirittura collegato dal Cile. Lo dicono i certificatori di traffico Alexa pro, Trafficestimate e Calcustat che già nelle stime di martedì, per conto del Corriere del Veneto, smascheravano il comitato indipendentista guidato da Gianluca Busato.

I misuratori del flusso dati avrebbero individuato anche i server di provenienza dei voti. I presunti votanti, scrive il Corriere del Veneto, “non sono concentrati soltanto in Veneto come ci si dovrebbe aspettare da un referendum sull’indipendenza, ma sono sparsi un po’ in tutto il mondo e provengono dalla Germania, dalla Spagna e dalla Serbia“. Più un misterioso 10 percento, uno su dieci, collegatosi da Santiago del Cile. Secondo la costola veneta del Corriere della Sera, il fenomeno si spiegherebbe così:

Da qualche anno a questa parte i cosiddetti bot (abbreviazione di robot) hanno superato il numero di esseri umani collegati a internet ed eseguono operazioni di routine al pari dei normali utenti. Si tratta di programmi di società specializzate nati per accedere a pagine web, a chat e a videogiochi per eseguire compiti di routine, per garantire la sicurezza o per fare i passaggi necessari per votare a un referendum e aumentare così il traffico di dati e mettere più in vista una pagina internet sui motori di ricerca come Google. I canali utilizzati da Busato per pompare traffico sul sito Plebisicto.eu però non sono stati esclusivamente informatici. Anche se la scelta di utilizzare le webfarm islandesi (il sito risulta accreditato a Klapparstigur 101 Reykjavik) per sottostare a una legislazione internet più liberal e la decisione di registrare il sito 54.83.13.17 (Plebiscito.eu) ad Ashburn in Viriginia presso Amazon Tecnologies dimostra una conoscenza professionale della rete, ad alimentare il traffico (che si è fermato a un picco ragguardevole di 135 mila visitatori in sei giorni) è stato l’utilizzo sapiente dei media stranieri.

Secondo il Corriere, la bolla mediatica sarebbe partita alcuni giorni prima del referendum, quando il portavoce internazionale di Plebiscito.eu, Lodovico Pizzati ha rilasciato un’intervista ai media russi, cavalcando l’onda delle tensioni in Crimea. Il passo successivo era prevedibile: i veneti indipendentisti, agli occhi della stampa mondiale, sono finiti sullo stesso piano della Crimea, la Scozia, l’Irlanda, i Paesi Baschi e la Catalogna. La notizia è divenuta virale cedendo traffico al sito di Busato. Ma, avverte il Corriere, il chiacchiericcio mediatico fatica a tradursi in voti:

Inutile aggiungere che due milioni di chiacchiere sul web non si tradurranno mai in altrettanti voti nemmeno sommando i presunti elettori cileni, tedeschi e serbi dato che generalmente questi numeri si trasformano in operazioni concrete al 5%. A proposito: il 5% di due milioni è proprio centomila.