Regionali. Berlusconi a Polverini: “Abbiamo già vinto”

Pubblicato il 10 Febbraio 2010 - 23:15| Aggiornato il 11 Febbraio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Renata Polverini

Mille invitati a mille euro a testa per il momento clou della campagna elettorale di Renata Polverini, candidata del Pdl alla poltrona di governatore della Regione Lazio. Il centro congressi dell’Eur è strapieno. Il Palazzo dei congressi è illuminato con un fascio di luce azzurra, mentre sul soffitto del portico di ingresso si riflette un enorme tricolore. Sul piazzale un tappeto rosso con due file di minialberi accompagna gli invitati all’ingresso.  Quella di questa sera, 10 febbraio, è  l’unica uscita elettorale di Silvio Berlusconi, che arriva poco dopo le 9 e mezza e sulle note della canzone “Meno male che Silvio c’è” non risparmia la battuta a effetto: «Abbiamo già vinto».

Berlusconi è un torrente in piena.«Abbiamo il convincimento – dice – di poter portare a casa una bella vittoria alle Regionali. E’ importante che tutti i governi delle Regioni siano in sintonia con il governo centrale», ha aggiunto il premier, prima di elencare alcune delle cose fatte dal governo. Parlando di se stesso in terza persona aggiunge: «Dai sondaggi il premier risulta al 68,3% dei gradimenti. Evidentemente sono stato sacralizzato dall’attentato che ho avuto a Milano».

Sul palco il presidente del Consiglio dà il meglio di sè. «Quando vedo le belle donne perdo il filo». Silvio Berlusconi si interrompe lasciando intendere che proprio la presenza della candidata alla presidenza della Regione Lazio lo abbia distratto. La Polverini per l’occasione ha infatti abbandonato il rosso “comunista” delle sue giacche per un look total black. Ma Berlusconi è convinto di non essere il solo a subire il fascino femminile. «Gli italiani sono tutti così, o preferite quegli altri, Marrazzo per esempio? Sono cattivo, mi andrò a confessare», aggiunge ridendo il premier.

Ovviamente il Cavaliere torna all’attacco della sinistra: «E’ ammanettata a Di Pietro forcaiola e giustizialista». Mentre per quanto riguarda il fisco è uno« stato di polizia tributaria» quello al quale aspira la sinistra per Berlusconi. «Sono quattro le cose che vuole fare la sinistra: reintrodurre l’imposta sugli immobili; portare l’imposta sui redditi finanziari dal 12,5% al 15%; introdurre un’imposta sui patrimoni; non consentire acquisti e scambi in contanti che siano superiori, in un primo momento ai 500 euro e, in un secondo momento, ai 100 euro. Loro dicono per combattere l’evasione, ma è uno stato di polizia tributaria quello al quale mirano».

Il premier non poteva esimersi dal raccontare una barzelletta in cui c’è anche il quotidiano “Repubblica”. Ecco la sintesi: «Berlusconi muore e sicome nell’adilà non possono fare a meno di leggere Repubblica, lo mandano all’inferno. Ma il premier all’inferno sistema tutto, dalle forgnature agli impianti generali in 15 giorni, e quindi lo chiamano nel Purgatorio per sistemare le cose anche li. Anche nel Purgatorio Berlusconi mette tutto a posto, affrontando la questione riscaldamento. Lo chiamano quindi in Paradiso dove risolve in breve tempo tutti i problemi sindacali trai santi e i beati. A quel punto lo chiama il Padreterno ma siccome il colloquio tra i due dura più del previsto tutti si affacciano per capire cosa è successo. Alla fine di vede Berllusconi con il braccio sulla spalla del Signore: Iddio dice: caro Silvio la tua idea di trasformare l’adilà in una Spa è geniale. Solo una cosa non ho capito: perché io dovrei essere il vicepresidente?». La barzelletta non è nuova. Negli anni in cui era in grande spolvero, al posto di Berlusconi c’era Carlo De Benedetti. Ora, a quanto pare, Berlusconi ha esorcizzato il rivale.

Tanti gli ospiti, tra cui il sindaco di Roma, Gianni Alemanno,  e il ministro Giorgia Meloni. Grande assente il presidente della Camera Gianfranco Fini.