Regionali Lazio: Berlusconi pensa al rinvio delle elezioni

Pubblicato il 9 Marzo 2010 - 11:20 OLTRE 6 MESI FA

Non tramonta, nei piani di Silvio Berlusconi, la possibilità di ricorrere  al rinvio del voto per le elezioni regionali, come extrema ratio per uscire dal pasticcio istituzionale. Ma il colpo arrivato lunedì dalla decisione del Tar del Lazio, spingerebbe a superare ogni cautela e indugio.

Berlusconi ora attende la decisione del Tribunale sulla riammissione della lista del Pdl della provincia di Roma. Ma se anche i magistrati di Roma non dovessero lasciare scampo alla lista che appoggia la Polverini, il premier potrebbe pensare ad un nuovo decreto che faccia slittare le elezioni, riaprendo così i termini per la presentazione delle liste.

«Nessuna polemica – ha ordinato il premier, dopo che Paolo Bonaiuti gli ha letto il flash d’agenzia con la notizia del Tar lunedì sera – dite a tutti di stare calmi». Secondo la ricostruzione fornita da La Repubblica  il ragionamento del Cavaliere è che proprio la decisione del Tar offre una sponda insperata. «Adesso nessuno potrà dire che abbiamo imposto alcunché di incostituzionale ai giudici, tanto è vero che se ne sono infischiati sia del governo che del presidente della Repubblica». Insomma, per Berlusconi l’ordinanza del Tar dimostra che «non c’è stato alcun golpe».

La calma, però, ha un limite. E il limite si trova proprio in quella decisione, attesa per oggi, del Tribunale di Roma. Certo, si potrebbe fare ricorso al Consiglio di Stato sulla decisione del Tar e questo potrebbe operare con un provvedimento d’urgenza, arrivando a una decisione entro la prossima settimana. Ma Berlusconi potrebbe anche non voler aspettare e andare avanti con l’ “arma finale”. «Non è tollerabile che siano i giudici a decidere persino del processo elettorale», avrebbe detto il premier ai suoi. A quel punto, come già adombrato dal ministro dell’Interno Maroni, l’arma finale del premier sarebbe il rinvio delle elezioni, con la riapertura dei termini per la presentazione delle liste.

In questo clima arrivano sulla scrivania del Cavaliere i nuovi sondaggi riservati del lunedì, che danno al Pdl solo 4 regioni su 9: Campania, Calabria, Veneto e Lombardia. Cota sarebbe ancora dietro la Bresso, così come Polverini (meno 2 punti) e Rocco Palese in Puglia. Finora Berlusconi ha evitato (anche per problemi di sicurezza) di farsi vedere in giro per i comizi, ma il pressing perché torni spenda in prima persona si sta facendo insistente.

Bersani. «Per l’amor di Dio, sarebbe un altro pasticcio – commenta il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani – Abbiamo sommato turbamenti a turbamenti, pasticci a pasticci. Il centrodestra vuole raffreddare la testa? Vuole riposarsi un attimo? Vedo ministri che avanzano ipotesi. Raffreddino la testa, perchè c’è una scadenza elettorale con delle operazioni di validazione in corso. Punto e basta».