Regionali, Bonino: “Bersani è stato leale, altri del Pd no”

Pubblicato il 31 Marzo 2010 - 18:36 OLTRE 6 MESI FA

Emma Bonino

“Non avevo di fronte la Polverini ma un’alleanza Berlusconi-Bagnasco che, per carità, sarebbe anche legittima se uno potesse rispondere. Il dramma è che tutto è a senso unico”. Emma Bonino analizza la sconfitta nel Lazio nella sua prima conferenza stampa dopo le elezioni regionali.

“Il problema – dice la Radicale – non sono le province che pure ho visitato, così come ho visitato numerosi quartieri e città. Quando hai di fronte una tale santabarbara, a Rocca Cannuccia ci puoi anche andare ad abitare, ma non cambia nulla”.

Per Bonino, i motivi della sconfitta non sono nemmeno da ricercare, come qualcuno ipotizza, nella mancanza di un vero appoggio e sostegno da parte del Pd. Certo, riconosce, “non è una novità, nè è stato tenuto nascosto che parti del Pd non erano d’accordo sulla mia candidatura e, immagino non si siano quindi adoperate di conseguenza”.

Ma tutt’altro discorso va fatto per il segretario Bersani “ed il suo gruppo: l’impegno di Bersani e del suo gruppo è stato deciso e determinato ed anche generoso. Altri non hanno fatto così, e non hanno fatto mancare di farlo sapere pubblicamente”. Ma, appunto, per Bonino “questo e’ solo un corollario”.

“Non ho mai detto di essere stata lasciata da sola – specifica Bonino – Confermo che ai primi di gennaio, quando mi sono candidata, il Pd non aveva ancora candidato nessuno. Ci tengo a dire che non mi sono autocandidata: ero la candidata del mio partito, che può essere piccolo e bizzarro, ma dopo aver visto gli altri mi sono convinta che i più normali siamo noi. Poi a Zingaretti è stato dato un mandato esplorativo. Lui mi ha chiamato e mi ha detto: ‘ scende in campo un leader nazionale, oppure appoggiamo te’”.

Bonino lamenta la “totale assenza di contraddittorio” durante la campagna elettorale con le forze di centrodestra e, in particolare, con il premier Silvio Berlusconi, reso impossibile “dalle televisioni che hanno violato la legge, anche il regolamento sulla par condicio che imponeva confronti in prima serata, mentre io ne ho fatti solo due alle 9 di mattina e in un altro Polverini non si è presentata”.

Bonino sostiene che una cosa del genere “all’estero non succede”, riferendosi alla discesa in campo in prima persona di Berlusconi: “All’estero non è che si mobilitano Sarkozy, Gordon Brown, il Papa e chi altro ancora? Ma di che parliamo? Poi, certo, nel Pd possono strapparsi le vesti, ma il vero problema è stato questo”.