Regionali Lazio, Picozza: “Cooperativa Garibaldi esempio di umanizzazione delle cure”

di Silvia Di Pasquale
Pubblicato il 21 Febbraio 2018 - 07:15 OLTRE 6 MESI FA
Regionali Lazio, Picozza: "Cooperativa Garibaldi esempio di umanizzazione delle cure"

Carlo Picozza, capolista della Civica Zingaretti Presidente

ROMA – “La cooperativa sociale Garibaldi è un esempio di assistenza e umanizzazione delle cure” spiega Carlo Picozza, capolista della Civica Zingaretti Presidente alle prossime elezioni regionali del Lazio.

Il candidato si batte da tempo per una sanità che rimetta al centro l’individuo. Un nuovo umanesimo che si materializza quotidianamente nel progetto di inclusione lavorativa e sociale di persone con autismo della cooperativa romana Giuseppe Garibaldi in via di Vigna Murata.

“I genitori di questi ragazzi stanno sperimentando un modello che è un non-modello. Hanno detto ‘sapete che c’è? La vita nostra è la vita loro’ –  ha spiegato Picozza dopo la sua visita nella cooperativa – Si dedicano anima e corpo ai loro figli, rinunciando a case famiglia e istituti. Vivono questa esperienza con i loro figli, è un’isola felice, stanno tutti insieme. Il motore di tutto è l’amore e l’umanità. Un esempio di personalizzazione delle cure, umanizzazione a livelli massimi. I ragazzi autistici sono al centro delle cure e i farmaci sono ridotti al minimo. Sono seguiti quotidianamente in ogni momento”.

All’interno della cooperativa, negli spazi dell’Istituto agrario Garibaldi, è nata anche la trattoria Articolo 14, il cui nome prende spunto proprio dall’articolo 14 della legge 328 del 2000, che prevede per ogni individuo con disabilità un percorso personalizzato in grado di accompagnarlo nelle principali tappe della vita.

Maurizio Ferraro, padre di Chiara, una delle ragazze autistiche protagoniste del progetto, ci ha parlato di questa esperienza, di cui lui stesso è stato il pioniere.

“Abbiamo messo in piedi un piccolo agriturismo con trattoria, orto e stanze per dormire – precisa Ferraro – Ospitiamo anche studenti Erasmus, che lavorano con i ragazzi. Partendo dalla nostra debolezza di genitori e figli con una difficoltà, abbiamo costruito la cooperativa per dare un contributo alla città. Un segnale anche per gli altri genitori, perché di fronte a patologie croniche è inutile porsi sempre nella dimensione compassionevole, meglio rendersi protagonisti, anche per farsi conoscere dalla gente. Se ti nascondi dentro a posti dedicati alla disabilità è come se sfuggissi a un mondo di possibilità. La nostra esperienza è un crescendo, una presa di coscienza”.

Il piccolo posto che la cooperativa ha conquistato è un pezzo di terra dove prende vita un esemplare approccio alle cure, che può anche essere esportato in altre realtà scolastiche. “Abbiamo dato vita a uno spazio che altrimenti sarebbe rimasto sotto utilizzato o mal utilizzato. Lo abbiamo fatto rivivere e messo a disposizione della gente del quartiere” ricorda Maurizio, specificando:

“Siamo aperti a tutti e abbiamo deciso di iscriverci alla camera di commercio come azienda agricola. Facciamo quel che è possibile fare. Ogni orto ha il nome dei nostri ragazzi. Questo format potrebbe anche essere diffuso, lo abbiamo costruito in termini scientifici. Solo ora possiamo raccontare come si fa, come si costruisce. La nostra esperienza può essere esportata anche in altre scuole. Prima però abbiamo voluto vedere come andava, viverla. Adesso siamo arrivati al punto che possiamo generalizzarla”.

“Conosciamo tutte le sfaccettature – specifica Ferraro –  anche quelle burocratiche. Parliamo di qualcosa di concreto, appoggiato su basi solide. Se io e mia moglie avessimo vissuto piangendoci adesso, non saremmo qui a raccontare il nostro vissuto profondo, fatto anche di sofferenze. Ma noi abbiamo fatto della debolezza una forza“.

Per maggiori informazioni visita il sitohttp://garibaldi.coop/.