Regionali, Maroni: “Giudici decidano in fretta per evitare rinvio delle elezioni”

Pubblicato il 8 Marzo 2010 - 17:27 OLTRE 6 MESI FA

«Giudici decidano in fretta per evitare il rinvio delle elezioni», così il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha commentato il caos liste del Pdl.

«L’Italia è il Paese dei ricorsi e controricorsi, che non si negano a nessuno. Il mio auspicio è che si decida in fretta e si chiuda nel minor tempo possibile questa vicenda, per evitare di dover rinviare le elezioni», ha proseguito Maroni commentando i ricorsi dopo il decreto legge del governo sulle liste elettorali e dopo le decisioni del Tar della Lombardia. «Mi aspetto – ha aggiunto – che chi deve giudicare lo faccia rapidamente. Ricordo che il cosiddetto decreto ‘salva-liste’ non salva alcuna lista, perché la decisione spetta sempre ai giudici».

Maroni ha quindi spiegato che nel decreto cosiddetto ‘salva-liste’, il Governo avrebbe potuto riaprire i termini per la presentazione delle liste: «Abbiamo invece conservato i termini e abbiamo detto ai giudici di decidere loro sulla base di come la legge è stata interpretata dal governo. Mi auguro che entro pochissimi giorni il quadro sia completo, in modo da poter svolgere quel che resta della campagna elettorale e, serenamente, farla svolgere a chi ha diritto di farla».

Maroni, quindi, ha ribadito che il decreto è stato solo di carattere interpretativo. «E’ nel potere del governo di farlo – ha precisato -. Io mi sono sempre opposto alla modifica delle regole e infatti abbiamo fatto un provvedimento che non le modifica. Di fronte ad una disparità di valutazione, che rischiava di ledere interessi forti dei cittadini, prima ancora che dei presentatori delle liste, siamo intervenuti per dire cosa dice esattamente la legge».

Il ministro dell’Interno si è poi detto dubbioso della legittimità della giunta della Regione Lazio di ricorrere alla Corte costituzionale contro il decreto legge sulle liste elettorali. «Non so – ha spiegato Maroni – se è nel potere della giunta o del consiglio regionale che si è sciolto fare questo ricorso. Valuterà la Corte costituzionale se la giunta era legittimata a farlo e se ci sono gli estremi».

«Sono convinto – ha concluso il ministro dell’Interno – che gli estremi per il ricorso non ci sono, perché noi non abbiamo modificato le norme di legge. Avrebbe ragione la giunta regionale del Lazio se avessimo cambiato la legge regionale. In questo caso ci sarebbe un conflitto di attribuzione e non di incostituzionalità della legge. Però capisco, siamo in campagna elettorale».