No all’aborto, sì all’immigrato: e allora per chi può votare il cattolico? Polverini sì, Cota no…

di Lucio Fero
Pubblicato il 24 Marzo 2010 - 16:07| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Faccia a faccia fra due "chiese" d'altri tempi

Benedetti Vescovi… hanno indicato la strada che porta i cattolici al voto, proviamo a seguirla. Sulla “mappa” per l’elettore cattolico ci sono due indicazioni nette: no all’aborto e no alle discriminazioni etniche. Quindi niente voto per i candidati “laicisti” e neanche per quelli poco o nulla compassionevoli ed ospitali. Allora, monito dei Vescovi alla mano e parola di Chiesa da prendere appunto in parola, verifichiamo ed applichiamo Regione per Regione.

Piemonte: è subito dura. Qui il cattolico bravo e coerente non può votare per nessuno dei due che possono vincere. Non per la laica Bresso che pecca due volte: è abortista e pure dalla parte dei vari Beppino Englaro. Non per Cota che da bravo leghista stranieri non ne vuole più e quelli che ci sono li guarda con contenuta amicizia.

Lombardia: qui è invece facile. Il cattolico secondo vescovile breviario elettorale può agevolmente votare Formigoni. E’ cattolicissimo il presidente, sia pure di “rito Comunione e Liberazione”. L’avversario Penati non è altrettanto affidabile e comunque non conta.

Veneto: di nuovo un problema. C’è il leghista Zaia. Non è Borghezio e neanche Calderoli. Però sempre il suo cristianesimo evapora alquanto man mano che si scurisce la pelle del gregge. Quindi, a regola, Zaia no. L’altro, votare per l’altro? Ma chi è l’altro, in Veneto quasi non c’è.

Emilia, Toscana ed Umbria ed anche Marche e Basilicata: qui l’elettore cattolico è più “libero” nella sua scelta. I candidati di centro sinistra non si presentano come “laicisti”, al massimo laico tenue. E quelli della destra sono made in Forza Italia. Non saranno campioni di sobrietà dei costumi, ma non peccano di razzismo neanche latente. Qui il cattolico può votare di qua e di là, come gli va.

Lazio: qui è tutto chiaro. Nel Lazio il cattolico che ascolta il Vescovo vota Polverini. Bonino proprio non può, a meno che non appartenga alla non ufficiale e non riconosciuta Chiesa “alternativa e di sinistra”.

Campania: qui l’elettore cattolico ha una libertà e un dubbio. Libero di votare Caldoro o De Luca. Nessuno dei due è anti-famiglia. Il dubbio? Nelle liste, di qua e di là, un po’ più di qua che di là, ci sono candidati in odor di peccato. Peccato che i Vescovi hanno indicato come grave ma non proprio ostativo al voto: peccato di furto più o meno di Stato. Che fa il cattolico elettore, prende o no alla lettera la lettera dei Vescovi? Se lo fa in Campania deve votare scheda bianca, così come, anzi di più in Calabria: tra Scopelliti, Loiero e Callipo…

Liguria: voto libero per il cattolico, libero tra Burlando e Biasotti.

Puglia: qui per il cattolico si fa dura la scelta. Vendola è cattolico, per niente laicista. Ma anche gay. Quindi poco “familiare”. Palese e Poli Bortone sono più tradizionali, ma forse un filo meno socialmente cristiani. Consigliarsi con il parroco?