Regionali Sicilia: ecco cinque ragioni per le quali il voto è importante

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 24 Ottobre 2012 - 12:54 OLTRE 6 MESI FA
Regionali Sicilia, l’ultimo sondaggio disponibile: Termometro politico-Live Sicilia

PALERMO – Le elezioni regionali in Sicilia, che si terranno domenica 28 ottobre, avranno conseguenze politiche che andranno al di là dello Stretto di Messina. Lo spiega Ugo Magri su La Stampa, elencando cinque punti che rendono l’importanza del voto anticipato (il governatore Raffaele Lombardo si è dimesso pochi mesi prima della scadenza naturale del suo mandato, aprile 2013).

Conviene al Pd allearsi con l’Udc? Quanto pesa ancora il Pdl? E quanto pesa il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo? Infine: che succede con un sistema elettorale proporzionale (come è al 90% quello siciliano) e quanto influisce il premio di maggioranza?

Test Grillo: e se diventasse il primo partito? Beppe Grillo è arrivato in Sicilia a nuoto attraversando lo Stretto, poi sono stati bagni di folla da Milazzo a Favara, in un tour di 36 comizi in 15 giorni con il quale il comico genovese ha battuto l’isola palmo a palmo, anche spostandosi con le disastrate ferrovie regionali, come nessuno aveva fatto prima. Sondaggi dall’attendibilità incerta (agenzia Tonkav) danno il Movimento 5 Stelle come primo partito. Altri più attendibili dei giorni passati lo accreditano intorno al 10%. Se Grillo arriva al 15% è un successo, dato il sistema elettorale siciliano, che, basato sulle preferenze in collegi provinciali, premia molto i meccanismi clientelari. Se Grillo diventa primo partito, non solo conquista la presidenza della Regione, ma fa “paura” ai partiti in tutta Italia.

Se Crocetta piange, Bersani non ride. Il Pd di Pier Luigi Bersani appoggia la candidatura “forte”, “per vincere”, dell’europarlamentare, ex sindaco di Gela ed ex comunista Rosario Crocetta, che in passato è riuscito a ribaltare a suo favore due caratteristiche che di solito in Sicilia non fanno vincere le elezioni: un deciso profilo antimafia e l’omosessualità. Ma se Crocetta non vince, le conseguenze le potrebbe pagare, a tutto vantaggio di Matteo Renzi, il segretario Bersani: “Non è un vincente” penserà chi andrà a votare alle primarie del centrosinistra a fine novembre.

L’alleanza Pd-Udc: prova generale. Crocetta è sostenuto dal Pd di Bersani e dall’Udc di Pier Ferdinando Casini. Se Crocetta vince, sarà un argomento a favore di chi sostiene un’alleanza fra Partito democratico e Unione di Centro, un centro-centrosinistra. Se l’esperimento Crocetta si rivelerà fallimentare (se perdesse nettamente) sarà difficile nel partito di Bersani e nel partito di Casini continuare a proporre l’alleanza fra gli eredi del Pci.

Test Pdl, test Alfano. Angelino Alfano, segretario del Pdl in grande difficoltà perché ormai delegittimato da Berlusconi e da metà dei maggiorenti di quel partito, si gioca tutto: è nato ad Agrigento, quindi “gioca in casa”, e sostiene, a dispetto della diaspora del centrodestra in Sicilia, quello che è accreditato come il candidato forte, il favorito: Nello Musumeci, proveniente da La Destra di Francesco Storace. Se, contro tutte le previsioni e i sondaggi della vigilia, Musumeci non sarà eletto presidente, mezzo Pdl non perdere tempo ad archiviare Alfano. Mentre Berlusconi sarebbe ben felice di archiviare il Pdl.

Sistema elettorale: come hanno votato i siciliani, come voteremo alle politiche. Conviene il proporzionale? Bisogna tornare al maggioritario? Il premio di maggioranza va aumentato o diminuito? Sull’esito del voto siciliano i partiti faranno i loro calcoli. E non è detto che la legge elettorale sarà riformata, come vuole il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il voto siciliano potrebbe allungare la vita al Porcellum.