Regione Lazio: Polverini rinvia le elezioni, nomina e riorganizza. Il Pd dorme

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 17 Ottobre 2012 - 17:28| Aggiornato il 18 Ottobre 2012 OLTRE 6 MESI FA
Renata Polverini (LaPresse)

ROMA – Cosa deve succedere perché la governatrice dimissionaria della Regione Lazio Renata Polverini indichi una data delle elezioni? Nessuno (Governo, opposizione) sembra riuscire a convincerla mentre pare chiaro il suo interesse a tirarla per le lunghe.

Poco chiaro invece appare il comportamento dell’opposizione, che quando era maggioranza tre anni fa liquidò in fretta il dimissionario Piero Marrazzo. Con la Polverini e la sua giunta, in crisi da mesi e in odor di indagini da quest’estate, il Pd ha esitato a lungo, un’esitazione nella quale i più maligni pensano abbia influito l’aumento esponenziale dei fondi destinati ai partiti dalla Regione Lazio.

Fondi dei quali il Pd ha largamente beneficiato, anche se li ha usati meglio del Pdl “alla Fiorito” e dell’Italia dei Valori, che si lecca le ferite per l’indagine aperta sul suo capogruppo Vincenzo Maruccio, accusato di aver dirottato 700 mila euro del partito su conti suoi.

Queste blande critiche hanno provocato la reazione irritata di Esterino Montino, capogruppo Pd alla Regione Lazio, che su Twitter ha risposto così all’articolo di Blitz quotidiano: “Ma che scrivete? Abbiamo chiesto e ottenuto le dimissioni della Polverini e da settimane chiediamo una data per il voto”.

Esterino Montino replica a Blitz su Twitter

Caspita. Fatto sta che solo martedì 16 i consiglieri d’opposizione sono “passati all’azione” inscenando una protesta sotto le finestre del consiglio Regionale della quale in pochi si sono accorti (la sede è in via della Pisana, estrema periferia a sud ovest di Roma), ci è voluto un esterno, il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, perché qualcuno chiedesse conto alla Polverini del suo istituzionalmente inspiegabile atteggiamento.

“Il Lazio ha bisogno di un Consiglio Regionale integro e nel pieno delle sue prerogative, e ne ha bisogno immediato, entro quest’anno. È ridicolo che la Polverini si sia dimessa e vantata di aver mandato a casa tutti i consiglieri, ma resti in carica e nomini i suoi uomini in posti di comando, con la pretesa di rappresentare legittimamente, lei dimissionaria, la Regione Lazio. La convocazione delle elezioni non è lasciata al suo buon cuore, ma rappresenta invece un suo preciso dovere, democratico e istituzionale”.

La Polverini continua a rivolgersi alla stampa e agli oppositori politici con l’aria scocciata di chi sta ripulendo, riorganizzando e rispettando la legge. Chi la vede in tv o legge le numerose interviste sui giornali ha l’impressione che sia vittima anche lei della “casta”. Oppure che sia da populisti chiederle di indire subito le elezioni. Ma è quello che hanno appena deciso in Lombardia, dove la crisi della giunta è cronaca degli ultimi giorni e dove il presidente Roberto Formigoni non si è ancora dimesso: eppure i lombardi andranno a votare a dicembre.

Mentre nel Lazio il “polverone Polverini” non permette di capire che sta succedendo. Eppure il governo, nei limiti del suo carattere “tecnico”, ha dato chiari segnali politici. Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha invitato più volte Renata Polverini non a indicare la data ma ad andare al voto al più presto. Mario Monti (16 ottobre) ha tolto alla Polverini la delega alla Sanità, commissariando uno degli assessorati chiave della Regione e affidandolo a mister “spending review” Enrico Bondi. “Gli abbiamo lasciato una Sanità risanata”, ha dichiarato subito la governatrice dimissionaria. “Ho trovato un buco di 600 milioni”, ha detto Bondi il giorno dopo.

La Polverini tira dritto. È passato quasi un mese dal 24 settembre, da quella sfuriata in Consiglio Regionale nella quale annunciava le sue dimissioni (cosa che poi è effettivamente successa solo il 27 settembre). Il 26 settembre però era ancora saldamente al suo posto in tempo utile per nominare e promuovere gente fidata (ex An e Ugl) e per punire gli avversari, eliminando cinque assessori area Forza Italia-Antonio Tajani dai 15 della sua giunta, tuttora in funzione. Per una poco rassicurante “ordinaria amministrazione”.