Regioni, il governo prova a tagliare: 600 le poltrone da sforbiciare

Pubblicato il 30 Settembre 2012 - 09:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Taglio delle poltrone, riforma del trattamento previdenziale, rinuncia ai vitalizi (in realtà già attuata dagli enti). Il governo è pronto a varare giovedì il decreto-legge che interviene sugli incredibili privilegi della politica negli enti locali dopo gli scandali Lazio, Campania, Piemonte ed Emilia Romagna. E soprattutto: seicento poltrone da tagliare nei programmi del governo.

Spiega il Corriere della Sera:

Nel pacchetto, sul quale c’è attesa e attenzione anche da parte del Quirinale, ci saranno anche la riduzione del numero dei consiglieri regionali, il taglio delle indennità di tutti gli eletti, una forte sforbiciata alle spese dei gruppi politici, che dovranno essere tutte certificate, e sanzioni economiche pesanti per le Regioni inadempienti. Nello stesso tempo si profila una nuova stretta anche sui Consigli provinciali e l’accelerazione delle norme attuative del federalismo, con il varo definitivo dei primi costi standard per Comuni e Province.

Le Regioni fino a un milione di abitanti avranno 20 consiglieri, 30 quelle che non superano i 2 milioni, e così via, fino agli 80 consiglieri previsti per il parlamento della Lombardia, la Regione più popolosa. Se venisse applicato questo criterio anche nelle regioni a statuto speciale, sulle quali il governo è intenzionato questa volta a intervenire, salterebbero 600 poltrone, con i consiglieri ridotti dagli attuali 1.396 a 790.

Arriverà anche il taglio dei monogruppi, ovvero i gruppi composti da un solo consiglieri. Che sono quasi la metà del totale. In Molise, su 40 consiglieri, i gruppi sono addirittura 17, di cui 10 con un unico rappresentante. Il monogruppo del resto conviene, perché solo una parte delle cospicue risorse che hanno a disposizione (in Piemonte, ad esempio, sono circa 250 mila euro l’anno) è parametrata al numero dei componenti.

Ci sarà il divieto di creare nuovi gruppi che non siano espressione di liste presenti alle elezioni locali o nazionali, ma forse si arriverà a stabilire anche un numero minimo di componenti. Saranno specificate le spese rimborsabili e si prevede l’obbligo della loro certificazione da parte di un organismo esterno, forse la stessa Corte dei conti