Le relazioni pericolose Dell’Utri-Cosa Nostra-Berlusconi: “Così il Cavaliere pagava”

Pubblicato il 21 Novembre 2010 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA

Il senatore Pdl Marcello Dell’Utri faceva da tramite per Cosa Nostra e secondo quanto scrive Francesco Viviano su Repubblica “Berlusconi pagava Cosa nostra e taceva” per evitare ritorsioni.

Nelle motivazioni della sentenza d’appello che ha condannato Dell’Utri a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa c’è anche questo. “Vi è un’indiretta conferma del fatto che anche Silvio Berlusconi – scrivono i giudici della Corte d’Appello di Palermo – in quegli anni lontani, pur di risolvere quel tipo di problemi, non esitava a ricorrere alle amicizie “particolari” dell’amico siciliano (Dell’Utri, ndr) che gli garantiva la possibilità di fronteggiare le ricorrenti richieste criminali riacquistando la serenità perduta ad un costo per lui tollerabile in termini economici”.

“Eloquente al riguardo lo sfogo che il Berlusconi ebbe, ben dodici anni dopo le minacce dei primi anni ’70 cui aveva fatto fronte rivolgendosi al Dell’Utri, nel corso della conversazione telefonica del 17 febbraio 1988 con l’amico Renato Della Valle. In quell’intercettazione che era stata disposta per alcuni attentati subiti da Berlusconi il futuro Presidente del Consiglio diceva: “C’ho tanti casini in giro, a destra, a sinistra. Ce n’ho uno abbastanza grosso, per cui devo mandar via i miei figli, che stan partendo adesso per l’estero, perché mi han fatto estorsioni… in maniera brutta. … Una cosa che mi è capitata altre volte, dieci anni fa, e… Sono ritornati fuori. … siccome mi hanno detto che, se, entro una certa data, non faccio una roba, mi consegnano la testa di mio figlio a me ed espongono il corpo in piazza del Duomo… E allora son cose poco carine da sentirsi dire e allora, ho deciso, li mando in America e buona notte… ma io ti dico sinceramente che, se fossi sicuro di togliermi questa roba dalle palle, pagherei tranquillo, così almeno non rompono più i coglioni”.

Inoltre, scrive ancora Viviano, nelle motivazioni della sentenza c’è una conversazione tra Berlusconi e Marcello Dell’Utri la sera del 29 novembre del 1985, dopo che un ordigno era esploso in  via Rovani a Milano. “Silvio Berlusconi, ridendo, riferiva al suo interlocutore – scrivono i magistrati – il contenuto del colloquio già avuto con i Carabinieri di Monza incaricati delle indagini ai quali aveva detto che, se coloro che avevano compiuto il danneggiamento gli avessero chiesto trenta milioni invece che mettere la bomba, egli non avrebbe avuto difficoltà a pagare. Ecco cosa diceva Berlusconi a Dell’Utri: “Stamattina gliel’ho detto anche ai carabinieri…. gli ho detto: ‘Ah, si? In teoria, se mi avesse telefonato, io trenta milioni glieli davo!’ (ride). Scandalizzatissimi: ‘Come, trenta milioni? Come? Lei non glieli deve dare che poi noi la arrestiamo!’. dico: ‘Ma no, su, per trenta milioni!'”.