Polverini di sera a Ballarò: “Li mando a casa io”. Ma la mattina dopo fa nomine e promozioni…

Pubblicato il 26 Settembre 2012 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA
Renata Polverini la sera del gran ritorno a Ballarò (LaPresse)

ROMA – Le opposizioni attaccano Renata Polverini e denunciano il fatto che la ormai ex governatrice del Lazio, non solo non ha trasmesso le dimissioni a Mario Monti ma, oggi, a due giorni dalle dimissioni, ha “convocato la Giunta e nominato nuovi direttori generali, tra cui due già sospesi dal Tar”. Altro che “questi li mando a casa io”: la ex governatrice la sera è tornata sui divani di Ballarò e la mattina è tornata in Giunta per sparare le ultime cartucce, e fare le ultime nuove nomine, al foto finish. La Regione ovviamente si tutela e in una nota scrive che le nomine sono state solo “conferme di incarichi per garantire la continuità”.

Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, dice: ”Altro che dimissioni, la Polverini oggi ha convocato la Giunta e nominato nuovi direttori generali, tra cui 2 già sospesi dal Tar del Lazio – dice Bonelli – Questa è ordinaria amministrazione? Ma che film stiamo vedendo? Ma la Polverini non s’era dimessa? Com’è possibile che oggi ha fatto nomine con il conferimento di incarichi compresi quelli che erano già stati annullati dal Tar, ovvero quello all’avvocato Giuliano Bologna (di cui non sono indicati nell’organigramma regionale nè il curriculum, nè la retribuzione), e quello di Raffaele Marra (155.294,23 euro l’anno). Per quale ragione non ha trasmesso le sue dimissioni al presidente del Consiglio, cosa sta accadendo?”.

Gli fa eco il capogruppo in Consiglio del Pd, Esterino Montino: ”Di cialtronesco, in questa storia, c’è solo la sceneggiata messa in atto da 15 giorni dalla Presidente. Presenti le dimissioni e non la tiri per le lunghe. Oggi sta procedendo ancora alle nomine di dirigenti esterni di provenienza Ugl come il dottor Marra che dovrà occuparsi di personale. Questa nomina è illegittima perché annullata due volte dal Tar. E’ una vergogna. Una presidente dimissionaria non può fare nomine e rinnovare contratti esterni solo per garantire uno stipendio ai suoi amici. Presenti le dimissioni e subito. Non provi a fare melina per rinviare il voto: questa Regione non può essere condannata ad altri sei mesi di paralisi. Ci sono tutti i tempi per votare a novembre o entro il 15 dicembre. Se c’è da modificare la legge per portare il numero dei consiglieri da 70 a 50 c’è tutto il tempo di farlo e velocemente. Si convochi il Consiglio e si voti la modifica. Questa Regione non può restare ostaggio di una Presidente stizzosa e del suo cerchietto magico: sanità, trasporti, disoccupazione, rifiuti sono questioni aperte che rischiano di esplodere a breve. Ponga fine a questo spettacolo indegno ed eviti di fare altri danni”.

Regione replica: nomine per garantire continuità. ”La Giunta regionale che si è riunita ha provveduto a confermare gli incarichi di direttori esclusivamente nell’ottica di garantire la continuità dell’azione amministrativa in via ordinaria. Non vi è alcuna occupazione di posti o di potere”. Lo comunica una nota della Regione Lazio.

”Si tratta di atti che non impegnano nè obbligano il governatore e la giunta successiva: i direttori regionali sono infatti figure che decadono automaticamente con l’avvio della nuova legislatura, lo stesso vale per la Giunta che è un organo prettamente politico. Sono del tutto strumentali quindi – prosegue la nota – le dichiarazioni di chi confonde l’ordinaria e la straordinaria amministrazione della Giunta regionale. La Giunta ha inoltre approvato la delibera che autorizza la presidente della regione a promuovere l’impugnazione avanti la Corte costituzionale per la declaratoria di illegittimità costituzionale della legge 7 agosto 2012 n. 135 (spending review). Tra le norme impugnate quella per il riordino delle province (articolo 17) e la norma per la privatizzazione delle societa’ pubbliche (articolo 4)”.