Il Fatto: “Più di 20 incarichi d’oro di Brunetta”. E non c’è spending che tagli

Pubblicato il 5 Luglio 2012 - 13:26 OLTRE 6 MESI FA
Renato Brunetta (LaPresse)

ROMA – Tempo di spending review e di tagli nella pubblica amministrazione. Tempo, quindi, anche di riduzione di organici, dai semplici dipendenti fino ai manager. Eppure, secondo il Fatto Quotidiano, ci sono tagli che non si effettueranno, quelli di tutta una serie di manager e collaboratori che hanno avuto i rispettivi incarichi quando era ministro Renato Brunetta e che ora mantengono i loro incarichi e i loro stipendi.

 

Dalla segretaria al commercialista, scrivono sul Fatto Alessandro Ferrucci e Ferruccio Sansa, si tratta di una  “sfilza di nomi”, tutti con legami con Brunetta prima delle nomine e tutti attualmente con incarichi al ministero.

Il quotidiano, quindi, fa i nomi. Il primo è quello di Leonello Tronti professore che nel solo 2010 avrebbe ottenuto, secondo il Fatto, quattro nomine per un fatturato totale da 150 mila euro l’anno. Tronti è da tempo collaboratore stretto di Brunetta e con l’ex ministro ha firmato diverse pubblicazioni. Sempre al dipartimento della funzione pubblica in epoca Brunetta è arrivato Rodolfo Rodolfi, ex consigliere politico proprio dell’ex ministro.

Secondo il Fatto, però, tre uomini vicini a Brunetta sono arrivati anche alla Scuola superiore per la pubblica amministrazione: si tratta di Giovanni Tria (direttore della scuola),  Francesca Temperini e Anna Maria Massa. Alla Digit, invece, spiegano sempre Sansa e Ferrucci, Brunetta voleva il giornalista Davide Giacalone ma la nomina fu bocciata dal parlamento. Giacalone allora fu “consolato” con la presidenza dell’agenzia per l’innovazione. Nella stessa agenzia c’è spazio anche per l’ex collaboratore di Brunetta (secondo quanto afferma Linda Lanzillotta del Pd)  Mario Dal Co. Fino a qualche tempo fa nel collegio sindacale dell’agenzia c’era anche Michele Zuin (con un curriculum che comprende la presidenza dell’Unione ciclistica di Venezia).  Al posto di Michele Zunin, scrive il Fatto, ora c’è il fratello Maurizio mentre Michele è alla Formez.

Anche in questo caso non si tratta, secondo il Fatto, dell’unico uomo vicino a Brunetta con incarico nella società. Sempre alla Formez, infatti, il presidente è Secondo Amalfitano, ex consigliere per le autonomie locali di Brunetta. In Formez altri due uomini che Ferrucci e Sansa, Claudio Lenoci e Federica Bonfirraro. 

Quindi, Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni dove trova spazio Enrico Mingardi (93mila euro l’anno). Dulcis in fundo la già citata Digit dove l’elenco dei “brunettiani” secondo il Fatto è particolarmente nutrito:

Nel comitato direttivo dell’ente per la digitalizzazione delle p.a. troviamo oltre al presidente, lo studioso Francesco Beltrame (200mila euro l’anno), l’avvocato Giuliano Sala (140mila euro), ma soprattutto Giuliano Urbani (140mila euro l’anno), uno dei fondatori di Forza Italia, nonché per due volte ministro con Berlusconi. Che avrebbe già diritto a una pensione parlamentare di 6.590 euro. Il direttore generale di Digit è l’ingegnere Giorgio De Rita (158mila euro), secondogenito di Giuseppe De Rita del Censis. Un altro amico di Brunetta? “Conosco il ministro da vent’anni, era consigliere del Cnel quando mio padre presidente”. Tra i revisori dei conti della Digit fino a pochi mesi fa il commercialista Canio Zampaglione. Scusi dottore, ma lei non era anche il commercialista personale di Brunetta? “Sì – risponde al Fatto – ma sono stato scelto per la mia esperienza quarantennale”. Ma era anche il presidente della Free Foundation di Brunetta? “Sì”. E sua figlia Oriana, direttore tra l’altro anche della Free Foundation, durante l’era Brunetta non è diventata uno dei capi del personale della Digit? “Ha avuto un piccolo incarico, ma è un compito di seconda linea. Tutto regolare”.