Renzi-Di Maio botte in tv tra i due campioni di antipatia. E nessuno sarà premier

di Lucio Fero
Pubblicato il 3 Novembre 2017 - 10:22 OLTRE 6 MESI FA
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Renzi e Di Maio in attesa del confronto tv

ROMA – Renzi-Di Maio botte in tv. Saranno botte di parole e accuse, colpi di teatro e di retorica, sceneggiate e sceneggiatura tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio. Sarà un teatro televisivo con molto pubblico e molto seguito. E varrà certo la pena di seguirlo, vederlo perché le botte in tv tra Renzi e Di Maio sono rispetto al quotidiano triste e mesto campionato politico italiano una sorta di quarto di finale di Champions League della politica appunto.

Di Maio cavalcherà il suo cavallo di battaglia e più e più volte userà il suo colpo che dovrebbe sfinire e finire l’avversario. Eccolo il colpo: Renzi, hai l’accordo segreto con Berlusconi, farete dopo le elezioni il governo Pd-Forza Italia. Sommo inciucio, somma ingiuria.

Renzi dimostrerà, Raggi alla mano, che governare per M5S è fare nulla, star fermi. Per incompetenza, pavidità e ideologia. Poi mostrerà, Renzi avrà solo l’imbarazzo della scelta, un rosario intero di debolezze e tentazioni irresistibili e pericolose di M5S, il trescare col No Vax ad esempio. Senza dimenticare l’idea guida di M5S e cioè che l’unico popolo vero e valido sia il loro. Una sorta di democrazia alla marchese del Grillo: noi siamo il popolo, gli altri non sono un c…

Saranno botte tra Di Maio e Renzi  martedì sera in tv. Forse a La7, preferita da Di Maio e la cosa non sorprende, in qualche misura M5S è ormai di casa a La7. Forse in Rai, magari da Bruno Vespa. Saranno botte di parole e forse, meno, anche qualche colpo di ingegno. E lo spettacolo varrà il biglietto della nostra attenzione. Ma non sarà appunto la finale di Champion League della politica. Solo un quarto di finale per così dire. Perché nessuno dei due, né Renzi né Di Maio sarà premier del prossimo governo.

Non sarà premier né Renzi e neanche Di Maio nel governo che verrà dopo le elezioni. Perché né il Ps né M5S prenderanno il 40 per cento dei voti, perché allora il governo, chiunque arrivi primo e non sarà primo con tutta probabilità né il Pd né M5S, sarà un governo di coalizione. Di coalizioni anche strane e sbilenche ma coalizioni. E perché né Renzi né Di Maio hanno la storia, il calibro, la misura per presiedere un governo di coalizione. Con uno di loro premier coalizione non si fa, loro insomma non coalizzano.

E c’è una ragione politica ben precisa, un fatto politico constatabile e incontrovertibile per cui né Renzi tanto meno Di Maio fanno coalizione e quindi governo. Entrambi, Renzi e Di Maio rappresentano, incarnano per mezza Italia il peggio possibile a venire. Mezza Italia se non più antipatizza per Renzi, lo considera un danno. Mezza Italia se non più l’ultimo che vuole premier è Renzi. E mezza Italia se non di più considera Di Maio premier come autentica sciagura economica, culturale, civile perfino.

E poi i due ci mettono del loro. Sono entrambi, ciascuno a suo modo, campioni di antipatia. Supponente e ammiccante al limite dello stucchevole Renzi. Presuntuoso quanto diciamo non coltissimo Di Maio, con tutta evidenza dotato di italica astuzia che confina e sconfina con l’opportunismo, un virtuoso del senso comune che scaccia il buon senso, un mascherato ma incancellabile look e predisposizione mentale da piazzista porta a porta di elettrodomestici.

Renzi-Di Maio: saranno botte tv martedì tra i due indiscussi campioni di antipatia. Sarà un gustoso vedere ma nessuno dei due, nonostante quel che vi dicono, sarà premier. E, ultimo ma non ultimo, il governo Renzi-Berlusconi o Berlusconi-Renzi non si farà mai. Il perché e il per come non sarà questa la coalizione o l’inciucio se preferite lo spiegheranno, quando saranno, i risultati elettorali. E magari ve lo spieghiamo anche prima, la prossima volta.