Renzi a Rimini: “Rovinati da pro e contro Berlusconi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Agosto 2015 - 14:06 OLTRE 6 MESI FA
Renzi a Rimini: "Rovinati da pro e contro Berlusconi"

Renzi a Rimini: “Rovinati da pro e contro Berlusconi”

ROMA – Accolto calorosamente al meeting di Comunione e Liberazione, Matteo Renzi è alla sua prima volta a Rimini. “Io credo che il berlusconismo e per certi versi anche l’antiberlusconismo hanno messo il tasto pausa al dibattito italiano e abbiamo perso occasioni clamorose. Ora il nostro compito è di rimetterci a correre. E’ come se le riforme siano un corso accelerato per rimettere l’Italia in pari. L’Italia in questi 20 anni ha trasformato la Seconda Repubblica in una rissa permanente ideologica sul berlusconismo e ha smarrito il bene comune e mentre il mondo correva è rimasta ferma in discussioni sterili interne”, ha dichiarato il presidente del Consiglio nel suo discorso. Di seguito i passi più significativi.

Meglio la politica dei tecnici “L’Italia ha cancellato la parola politica che è una parola bella, piena di significati alla faccia dei tecnici che ci danno lezioni ma sbagliano tutti i conti”.

Europa. “L’Europa a 28 è troppo o troppo poco. E’ nata senza una visione politica da parte dell’Italia. Ha cancellato il Mediterraneo dalla discussione e cancellato anche i Balcani. C’è una emergenza Balcani che è pazzesca. L’Europa “non è solo spread”, non è solo “un accozzaglia di numeri”, “ma è ideali. Noi non dobbiamo far passare il messaggio del provincialismo della paura. Possiamo perdere pure tre voti ma non rinunciamo a secoli di civiltà e a salvare vite“.

Riforme. “Non sarà semplicemente con le riforme che l’Italia ritroverà la propria identità ma le riforme sono la premessa. Il pacchetto di riforme che stiamo tentando di fare dal jobs act a quelle istituzionali, dalla legge elettorale alla riorganizzazione PA, dalla Buona Scuola alla responsabilità civile dei magistrati. Il tentativo è che l’Italia recuperi il tempo perso”, spiega il premier. “L’Italia può giocare un ruolo nell’Europa che cambia ma a condizione che sia essa stessa a cambiare”. “E’ incredibile la discussione. Dicono che se non c’è elezione diretta” dei senatori “è a rischio la democrazia” ma “non è che devi votare tante volte, quello è il telegatto. Moltiplicando le poltrone si fanno contenti quei politici, non gli elettori”.