Lega Nord. Da “gli albanesi tutti appesi” alla laurea del Trota a Tirana

Pubblicato il 4 Maggio 2012 - 11:44| Aggiornato il 17 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Come un vero italiano medio, Renzo Bossi alias Trota è affezionato al caro vecchio pezzo di carta: una laurea (la “laura” scherzava Totò ma il nostro non è mai stato più a Sud di Roma) ci vuole, anche una qualsiasi, basta che un rettorato, un’accademia, una facoltà metta tutti i timbri e ci restituisca alla società “dottori” in qualche cosa. Come tre quarti degli intervistati dal Ministero dell’Istruzione il valore legale della laurea non può essere messo in discussione, non scherziamo. Peccato solo che al Trota è mancata la soddisfazione di poterlo appendere ben incorniciato il benedetto pezzo di carta. Invece che lasciarlo a fare la muffa in in una cassaforte dell’ufficio romano del “nano” Belsito, il tesoriere del partito che tra le varie mansioni si occupava dell’educazione superiore dell’erede designato.

Peccato anche che quel benedetto pezzo di carta sia stato rilasciato, certificato e vidimato dall’ateneo Kristal di Tirana. Proprio così, i brutti, gli sporchi e i cattivi albanesi, quelli che il padre, gli zii, gli amici, gli elettori del padre del Trota volevano ributtare in mare da dove erano venuti. Aveva solo tre anni Renzo Bossi quando iniziò l’esodo degli albanesi. Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera torna volentieri a ricordare lo “scontro di civiltà” nella versione padana: il nemico, l’albanese, era il bersaglio preferito, anche perché sfortunatamente per lui era il primo immigrato da poter esibire. Nemesi lumbard quindi, con i vecchi ignoranti e cafoni diventati dopo vent’anni cerimoniosi distributori di conoscenza.

Il catalogo è ricco e documentato, Stella ha buona memoria e un archivio ordinato. Razzisti? No, sono loro che erano albanesi! Campagna elettorale di Formentini nel 1991: “Un voto in più a Formentini/un albanese di meno”. Aqui Terme, giunta monocolore, verde Lega: “Si propone di mandare al sindaco della città di Acqui Terme per attivare una procedura amministrativa finalizzata a individuare la possibilità di rimborso spese in base alle disponibilità di bilancio di lire un milione a coloro che saranno in grado di identificare albanesi clandestini sul territorio e di provvedere al loro immediato rimpatrio”. Una taglia, di questo si parla. Taglia che quello che sarebbe diventato il ministro Calderoli considerava giustissima: “L’Italia è stata ridotta a una riserva albanese” era la giustificazione. Calderoli auspicava anche “l’uso di cannoni o colubrine” per sparare agli scafisti.

Finché la psicosi dell’albanese arrivò al punto che ogni fatto delittuoso avvenuto in Italia era da addebitare a quella razza irrimediabilmente votata al crimine. Ma guai a chiamarli razzisti, si offendevano. Non si vergognavano però di scrivere lettere infuocate ai giornali per stigmatizzare il ricovero  e le cure ricevute da albanesi feriti: “Avete fatto male a curarli, meglio sparargli”, “Mio marito ha un tumore e voi salvate gli albanesi”. Ma si poteva fare di più e di meglio e fu fatto. Pieve di Soligo, da un volantino affisso nella bacheca di un’azienda: “Si comunica l’apertura della caccia per la seguente selvaggina migratoria: rumeni, albanesi, kosovari, zingari, talebani, afghani …Si consiglia l’abbattimento dei capi giovani per estinguere più rapidamente la razza”.

C’è da stupirsi se una ragazzina che stermina la famiglia abbia utilizzato come alibi la presenza di un misterioso assassino albanese? Successe a Novi Ligure, Erika e Omar non sarebbero mai stati ritenuti responsabili dell’omicidio della madre e del fratellino di Erika se, come il deputato leghista Mario Borghezio, avessimo considerata verosimile quell’incredibile balla. Borghezio dichiarò che questa “era l’opinione diffusa a Novi Ligure”. C’è da stupirsi se una moglie fedifraga beccata con l’amante abbia tirato in ballo un albanese per stornare la responsabilità dell’omicidio del marito che li sorprese dallo stesso amante. Disse agli inquirenti di essersi girata per consentire lo stupro: il marito l’aveva sorpresa con la gonna abbassata. Perché si è inventata tutto, chiesero i magistrati: “Presidente, si sa che gli albanesi fanno ‘ste cose”. Si comprano anche le lauree in Italia?