Renzo Piano: “Mai stato una pedina in mano ai partiti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Settembre 2013 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA
Renzo Piano

Renzo Piano (LaPresse)

ROMA – ”Noi saremmo in mano ai partiti? Una bestia come me? Abbado, Rubbia e la Cattaneo? Per diventare pedine dei politici bisogna esserlo stati tutta la vita. Sono battute da talk show”. Così Renzo Piano, uno dei quattro senatori a vita da poco nominati da Giorgio Napolitano, in un’intervista a Repubblica.

”Credo che per il presidente queste nomine siano state una specie di risarcimento – spiega l’architetto -. Da uomo colto e appassionato d’arte, Napolitano ha vissuto male i tagli all’istruzione e alla ricerca di questi anni, da parte di tutti i governi. Bisogna ripartire da qui e invertire la rotta”. Renzo Piano si impegna a portare in Parlamento anche altri ”due grandi temi ignorati dalla politica”: ”la green economy e le periferie urbane”.

Tra l’altro, aggiunge, ”non esiste una nazione meglio attrezzata per affrontare un futuro di economia sostenibile”. ”Abbiamo immensi giacimenti culturali, una miscela unica di meraviglie naturali e costruite nei secoli, una posizione centrale nel Mediterraneo, una situazione climatica ideale per produrre energia pulita, con sole, acqua, vento. Eppure nella produzione di energie rinnovabili siamo molto indietro rispetto ai Paesi del Nord”. ”Si potrebbero creare centinaia di posti di lavoro per i giovani, soprattutto al Sud. Altrettanti se ne potrebbero creare mettendo in sicurezza il Paese”. ”Costa molto meno che dover intervenire dopo una tragedia, come insegna la storia dell’Aquila”, ”esempio perfetto di quanto non bisogna fare”.

Piano giudica la vicenda Berlusconi ”come giudicano in tutto il mondo, tranne che in alcuni dibattiti televisivi italiani”. Ai giovani del suo studio che gli dicono che è stato fortunato ”a nascere in altri tempi” dice che non hanno tutti i torti: ”Se penso che a 33 anni Pompidou ci ha affidato il Beaubourg. Nell’Italia di oggi saremmo stati presi a calci”.