Ricatto a Berlusconi, i pm: “Memoria inattendibile e lacunosa”

Pubblicato il 21 Settembre 2011 - 17:14 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI, 21 SET – ”L’inattendibilità e ricercata lacunosità” della memoria consegnata da Berlusconi alla procura di Napoli ”emerge dalla stessa volontà della parte offesa Silvio Berlusconi di sottrarsi alla doverosa escussione testimoniale”. E’ quanto scrivono i pm di Napoli Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock nell’istanza al gip depositata oggi e relativa alla competenza territoriale.

La memoria, ad avviso dei pm, ”appare in ogni sua parte generica ed imprecisa tranne che sull’aspetto riguardante il luogo in cui i pagamenti sono avvenuti”.

Nell’istanza, i magistrati hanno allegato tutte le citazioni in qualità di persona informata dei fatti notificate a Berlusconi che ha rifiutato di farsi interrogare nell’ambito dell’inchiesta che lo vede parte offesa di una presunta estorsione (”anche l’ultima è rimasta senza effetto”, sottolinea la procura).

”Tale condotta – scrivono i pm – induce a ritenere che la sua ricostruzione dei fatti non sia né completa né documentata né certamente attendibile e anzi appare deliberatamente creata in modo funzionale a procrastinare il momento di chiarimento dei fatti anche attraverso lo spostamento del processo ad altra sede”.

Appare ”fortemente dubitabile” che la memoria scritta presentata alla procura di Napoli da Silvio Berlusoni nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta estorsione ai suoi danni ”possa, in linea di principio, costituire fonte di prova e comunque elemento probatoriamente interessante”. E’ quanto scrivono i pm di Napoli Curcio, Piscitelli e Woodcock nell’istanza depositata al gip e al Riesame relativo alla questione della competenza territoriale.

Per i magistrati ”a tutto voler concedere per un attimo, e cioè considerandola per ciò che non è, vale a dire una fonte di prova, nel merito appare ampiamente lacunosa e comunque nel complesso decisamente inattendibile”. ”Per esempio – spiegano i magistrati – l’onorevole Berlusconi sembra ricordare perfettamente che tutte le somme destinate a Tarantini siano state erogate e consegnate in Roma, ma ‘stranamente’ non ricorda né l’importo complessivo delle dazioni né gli importi delle singole trance erogate, né menziona poi tutte le altre utilità da lui stesso destinate a Tarantini, sicuramente apprezzabili e rilevanti ai fini dell’estorsione e della determinazione del ‘tempus’ e del ‘locus delicti”’.

In un altro passaggio dell’istanza i magistrati affermano che ”l’attendibilità della memoria di Berlusconi è minata da ulteriori e diverse fonti di prova”. A tale proposito hanno allegato le dichiarazioni dell’avv. Perroni, dei rappresentanti della società Andromeda (di cui Tarantini era dipendente) e di Alfredo Pezzotti, maggiordomo del premier, nonché alcuni atti di indagini svolte dalla procura di Lecce.