Riccardi: “Ici anche per la Chiesa, tranne attività no-profit”

Pubblicato il 13 Febbraio 2012 - 09:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Se non ci fossero stati i tagli sarebbe andato in crisi lo stato sociale. E a pagare di piu' sarebbero stati proprio i poveri''. Lo dice alla Stampa Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale, l'integrazione e le politiche familiari, rispondendo all' intervista pubblicata ieri sul medesimo quotidiano del presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, per il quale ''i conti a posto da soli non salvano l'uomo''.

Riccardi sottolinea che dopo la manovra del governo ''la fase due va proprio in direzione di una maggiore equita', con ammortizzatori sociali, lotta all'evasione e provvedimenti per lo sviluppo e l'occupazione''.

Il ministro interviene anche sulla questione dell'Ici alla Chiesa, precisando che il tema sara' affrontato dal premier Monti in persona ma che da parte sua non c'e' esitazione nel dire che ad esclusione di attivita' no profit ''si dovra' intervenire con le tasse'' laddove ''si ravvisassero attivita' commerciali o miste''. Comunque, sottolinea, non c'e' nessuna ''presa di Porta Pia'', si trovera' una soluzione.

Per quanto riguarda gli immigrati, Riccardi afferma che ''tra ius soli e ius sanguinis' si puo' trovare ''una via di mezzo'' e cioe' ''il diritto di cultura'': ''se questi bambini sono culturalmente italiani, studiano in Italia, parlano italiano meglio della lingua dei loro genitori, allora diamogli la cittadinanza''.