Riccardo Bossi condannato per spese pazze Lega Nord

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Marzo 2016 - 12:34 OLTRE 6 MESI FA
Riccardo Bossi condannato per spese pazze Lega Nord

Riccardo Bossi condannato per spese pazze Lega Nord (foto Ansa)

MILANO – Riccardo Bossi, il primogenito del fondatore della Lega Nord Umberto, è stato condannato a un anno e otto mesi per appropriazione indebita aggravata per le presunte spese personali con i fondi del Carroccio. Lo ha deciso l’ottava sezione penale del tribunale di Milano. E’ la prima sentenza dopo lo scoppio dello scandalo sui fondi del partito emerso nel 2012.

Il giudice Vincenzina Greco nel processo con rito abbreviato condannando Riccardo Bossi a un anno e 8 mesi, con la sospensione condizionale della pena e il riconoscimento delle attenuanti generiche, è andato oltre la richiesta di 1 anno del pm Paolo Filippini. Il figlio di Umberto Bossi era imputato per spese con i fondi della Lega per circa 158mila euro. Soldi pubblici che avrebbe usato, tra il 2009 e il 2011, per pagare “debiti personali”, “noleggi auto”, le rate dell’università dell’ Insubria, l’affitto di casa, il “mantenimento dell’ex moglie”, l’abbonamento alla pay-tv, “luce e gas” e anche il “veterinario per il cane”.

Il pm, nella sua requisitoria, aveva citato come riscontri all’ipotesi d’accusa intercettazioni e documenti, tra cui l’ormai famosa cartelletta con la scritta ‘The Family’ sequestrata nell’ ufficio romano dell’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito, che è anche lui imputato per appropriazione indebita per le presunte spese ma con rito ordinario (il processo è ancora in corso) e assieme al padre e al fratello di Riccardo, cioè Umberto e Renzo ‘Il Trota’. Se questa tranche sulle presunte appropriazioni indebite è rimasta a Milano, la parte principale dell’inchiesta che nel 2012 ha travolto il ‘Senatur’ e la sua famiglia è stata trasferita nei mesi scorsi a Genova dove è in corso il processo per la presunta truffa ai danni dello Stato sui rimborsi elettorali che vede imputati Umberto Bossi, Belsito e tre ex revisori del partito.

La Stampa aggiunge:

«Ribadisco la totale estraneità del mio cliente alle accuse. Chiunque di noi quando chiedeva i soldi al papà non sapeva da dove lui li prendesse», spiega l’avvocato Agostino Maiello, commentando la condanna. «È una condanna troppo dura – prosegue il legale – faremo sicuramente appello. Questa sentenza farà “scuola” anche per le altre? Credo di sì, ormai è ben preciso l’indirizzo della magistratura sulla famiglia Bossi». Il legale ha poi affermato che il primogenito di Umberto Bossi «in questo momento è in difficoltà, ha interrotto le sua attività a causa di questa vicenda giudiziaria e sta cercando lavoro»