Riforma Giustizia, Anm: no al sorteggio per il Csm

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Luglio 2019 - 18:47 OLTRE 6 MESI FA
Luca Poniz

Luca Poniz, il presidente dell’Anm (foto Ansa)

ROMA – Il sorteggio per la composizione del Csm “è manifestamente incostituzionale in tutte le sue versioni”. Il presidente dell’ Anm Luca Poniz boccia anche l’ultima versione contenuta nella riforma della Giustizia del ministro Bonafede, che prevede prima il sorteggio dei magistrati candidabili e poi l’elezione di chi raccoglie il maggior numero di voti.

“L’autorevolezza del Csm – ha avvertito Poniz, parlando al Comitato direttivo centrale dell’ Anm – viene fortemente compressa da un meccanismo di elezione a sorteggio”. Il problema non è solo “l’incostituzionalità” del sorteggio, ha sottolineato il segretario dell’Anm Giuliano Caputo. “È anche irricevibile il messaggio di sfiducia che si dà nei confronti dell’intero corpo elettorale della magistratura”.

Alcune delle modifiche annunciate, osserva la Giunta Esecutiva Centrale dell’Anm, sono “certamente condivisibili e in linea con quanto più volte proposto dall’Anm”. In particolare, “si apprezzano le proposte in tema di ritorno al libero accesso al concorso dopo la laurea magistrale; la valutazione dei magistrati dell’ufficio espressa in occasione della conferma del direttivo; l’estensione del termine di legittimazione quadriennale per i trasferimenti da parte di titolari di incarichi dirigenziali nella magistratura; l’innalzamento della legittimazione correlata alla valutazione di professionalità per proporre domande per direttivi e semidirettivi; la valorizzazione dell’esperienza professionale maturata nella giurisdizione; la riduzione del termine di legittimazione per i trasferimenti dei magistrati di prima nomina; il ripristino della norma, inopinatamente soppressa a suo tempo, che prevede il decorso di un congruo periodo prima che i consiglieri del Csm uscenti possano assumere incarichi direttivi, semidirettivi o fuori ruolo”.

Altre proposte di riforma sono, invece, “inaccettabili in quanto esprimono una aperta sfiducia nella magistratura, tradiscono un intento punitivo e sono il frutto di un approccio non meditato alle complesse questioni che riguardano l’ordinamento giudiziario e il funzionamento del processo penale e civile”. Con riferimento al sistema elettorale del Csm, organo di rilievo costituzionale e come tale “regolato nelle sue linee essenziali già dalla stessa Carta, va respinta qualsiasi ipotesi di sorteggio comunque regolamentata. Si tratta d’una proposta palesemente incostituzionale e svilente per l’intera magistratura sia con riferimento all’elettorato attivo sia con riferimento all’elettorato passivo. E’ significativo che essa sia limitata ai soli membri togati, poiché ciò comprova l’oltraggiosa sfiducia nei confronti dei magistrati”. Vi sono inoltre “molteplici previsioni, sulla tempistica dei procedimenti nelle varie fasi e nei vari gradi, nel processo penale come in quello civile, che sono semplicistiche, perché ignorano le dinamiche processuali effettive. A tali previsioni sono correlate in alcuni casi sanzioni disciplinari per i magistrati, evidentemente ritenuti dunque responsabili della durata eccessiva delle cause quando invece la magistratura italiana spicca per produttività in Europa e da decenni invoca, inascoltata, l’adozione degli strumenti che davvero potrebbero intervenire sui fattori di lentezza. Ripudiamo pertanto un approccio punitivo e unicamente produttivistico, che favorisce la deriva burocratica nel lavoro giudiziario, restando invece indifferente al tema della qualità dei provvedimenti e, conseguentemente – conclude la Giunta Esecutiva Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati- della difesa dei diritti dei cittadini”.