Riforma del lavoro. Due voti, due fiducie: 456 sì al primo voto, 430 al secondo

Pubblicato il 26 Giugno 2012 - 20:09 OLTRE 6 MESI FA

(Foto Lapresse)

ROMA – Passa con un ampio margine la fiducia al governo sulla riforma del lavoro il 26 giugno. Voto importante, con 456 sì, 77 no e 19 astenuti, la Camera approva il primo articolo che contiene la nuova formulazione sull’articolo 18. In giornata arriva poi l’ok alla seconda fiducia posta, com 430 sì, 74 contrari e 11 astenuti. Le votazioni continueranno il 27 giugno a partire dalle 9,30 del mattino.

Dopo l’accordo con i partiti la riforma dovrebbe procedere spedita e senza sorprese nel suo iter parlamentare. In modo da essere approvata entro il vertice Ue del 28 giugno. Vertice al quale il premier Monti vuole arrivare con in tasca una riforma che proprio Bruxelles chiede da tempo.

Le trattative con Pdl, Pd e Udc sono state lunghe e a tratti controverse. Sulla flessibilità in uscita a sinistra dovrebbe essere stato raccolto il massimo, resta però la questione scottante degli “esodati”, usata, per così dire, come moneta di scambio per digerire la manutenzione dell’articolo 18: per ora, il decreto ammette alla salvaguardia solo i 65 mila decisi da Fornero, cui si aggiungeranno altri 55 mila per lo slittamento dal 4 al 31 dicembre 2011 della scadenza sugli accordi di mobilità che consentira la pensione con le vecchie regole.

Da destra, specie dagli spalti confindustriali, il disegno di legge in dirittura d’arrivo, è una pseudo riforma (“antiriforma” titola Italia Oggi). Addirittura una “boiata” secondo il presidente della Confindustria appena eletto Giorgio Squinzi: deplora, anche se ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, la stretta giudicata eccessiva sulla flessibilità in entrata, in particolare sulla riduzione drastica dei contratti a tempo, sulle norme più severe che regolano le partite Iva.