Riforma Pubblica Amministrazione, cosa c’è nei 26 articoli della bozza del governo: mobilità, distacchi, esuberi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Giugno 2014 - 18:55| Aggiornato il 12 Giugno 2014 OLTRE 6 MESI FA
Riforma Pubblica Amministrazione, cosa c'è nei 26 articoli della bozza del governo: mobilità, distacchi, esuberi

Matteo Renzi con il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia (foto Blitzquotidiano)

ROMA, 11 GIU – Riforma della Pubblica Amministrazione del governo Renzi, ecco cosa c’è nei 26 articoli della bozza: non sarà possibile restare nella pubblica amministrazione dopo l’età di pensionamento oltre il 31 ottobre 2014. Ci sarà mobilità obbligatoria per gli statali in un raggio di 50-100 kilometri. Da agosto saranno diminuiti del 50% i distacchi, le aspettative e i permessi sindacali. Stretta sul rinnovo degli incarichi nelle Autorità di vigilanza. Archivio unico sui veicoli in circolazione. In caso di esuberi fino a 2 anni di pre-pensionamento. Limite di turnover solo sulla spesa non sulle persone. Niente incarichi dirigenziali per i dipendenti in pensione. Possibile un aumento del 12% sulle tasse automobilistiche nel 2015. Possibilità di demansionare il personale in eccedenza.

I 26 articoli della bozza di riforma nel dettaglio:

Non si resta a lavorare oltre l’età pensionabile. Non sarà possibile restare nella P.a dopo l’età di pensionamento oltre il 31 ottobre. La bozza di riforma elimina l’istituto del trattenimento in servizio. Sono “fatti salvi” quelli in essere “fino al 31 ottobre 2014”. Quelli “non ancora efficaci alla data di entrata in vigore” del dl “sono revocati”.

Mobilità obbligatoria entro 50-100 km. I dipendenti pubblici potranno essere spostati senza assenso in un posto di lavoro diverso purchè sia nell’arco di 100 chilometri. Lo prevede la bozza di riforma della P.A dove si sottolinea che entro 50 chilometri le diverse sedi sono considerate ‘stessa unità produttiva’ mentre tra 50 e 100 Km devono esserci esigenze organizzative e produttive

Da agosto -50% distacchi-permessi sindacali. Dal primo agosto 2014, distacchi, aspettative e permessi sindacali, nel loro insieme, sono “ridotti del 50% per ciascuna associazione sindacale”. Lo prevede la bozza di riforma della P.a. Questo “ai fini della razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica”.

Stretta sul rinnovo negli incarichi delle Autorità di vigilanza. I componenti delle Autorità indipendenti “non possono essere nuovamente nominati” a pena di decadenza “per un periodo pari alla durata dell’incarico precedente”. Inoltre, possono essere effettuate assunzioni solo con “concorsi unici con cadenza annuale”: “sono nulle le procedure concorsuali avviate in violazione” degli obblighi del testo “e le successive eventuali assunzioni”.

L’impossibilità di un nuovo incarico in altra authority riguarderebbe i componenti dell’Antitrust, della Consob, dell’Ivass, dell’Autorità dei Trasporti, dell’Autorità dell’Energia, di quella nelle comunicazioni, del Garante per i dati personali, dell’Autorità anticorruzione e della Commissione di Garanzia sugli scioperi. Mentre l’obbligo di assunzione tramite concorso riguarderebbe anche la Commissione di Vigilanza sui fondi pensione, l’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici. Infine, per i componenti di vertice e i dirigenti di Bankitalia, Consob e Ivass, “nei tre anni successivi alla cessazione dell’incarico, non possono intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione, di consulenza o di impiego con i soggetti pubblici o privati operanti nei settori di competenza”, mentre per quelli delle altre Autorità indipendenti il limite temporale scende da 4 ad appunto tre anni.

In caso di esuberi fino a 2 anni pre-pensionamento. In caso di esuberi e in assenza di criteri e modalità condivise con i sindacati, “la Pa procede alla risoluzione unilaterale, senza possibilità di sostituzione, del rapporto di lavoro di coloro che entro il biennio successivo maturano il diritto all’accesso” alla pensione “con conseguente corresponsione del trattamento”.

Archivio unico sui veicoli in circolazione. Il Governo lavora alla messa a punto di un archivio unico sui veicoli circolanti. L’archivio è previsto dalla bozza di riforma della pubblica amministrazione nella quale si chiarisce che le funzioni di vigilanza e controllo dell’attività del PRA sono esercitate dal ministero dei Trasporti. Il ministro dell’Economia stabilirà le misure dell’imposta regionale di immatricolazione per tipo, categoria, emissioni e potenza dei veicoli. Gli importi delle tasse auto possono aumentare per il solo 2015 fino a un massimo del 12%.

Limite di turnover solo su spesa non su persone. Si possono allargare le maglie del turnover nella pubblica amministrazione. Le percentuali di limite per le amministrazioni centrali restano al 20% delle uscite per il 2014, 40% per il 2015, 60% per il 2016 e 80% per il 2017, ma il limite si riferisce solo alla spesa complessiva e non alle persone.

No a incarichi dirigenziali per dipendenti in pensione. Le pubbliche amministrazioni non potranno dare a ”soggetti collocati in quiescenza”, ovvero in pensione, incarichi dirigenziali o cariche in organi delle amministrazioni.

Tasse auto in aumento nel 2015, fino al 12% in più, se passa la riforma della Pubblica Amministrazione così come delineata nella bozza di 26 articoli del governo Renzi. Si legge nel testo pubblicato dall’agenzia Ansa che “Le tasse automobilistiche possono essere incrementate, per il solo 2015, sino a un massimo del 12%”.

Possibile demansionare il personale in eccedenza. I dipendenti pubblici “in disponibilità” (collocati in mobilità a seguito di rilevazioni di eccedenze) possono presentare richiesta di ricollocazione “in via subordinata, in una qualifica o in posizione economica inferiore”, per ampliare le occasioni di ricollocazione. CONTINUA A LEGGERE DOPO LA GALLERY LAPRESSE

Queste le altre novità contenute nella bozza di riforma della pubblica Amministrazione anticipate dall’agenzia Public Policy

DIVIETO DI CONFERIRE INCARICHI DI STUDIO AI DIRIGENTI. Il governo è delegato ad adottare, entro 6 mesi dall’entrata in vigore della riforma della Pubblica amministrazione, decreti legislativi per il riordino dei dirigenti e per “la valutazione dei rendimenti dei pubblici uffici”. La delega stabilisce che il governo nei futuri dlgs dovrà intervenire sulla “dimensione della dirigenza” presso le Pa: quindi “definizione, per ciascuna amministrazione, del numero massimo di dirigenti in rapporto al numero complessivo di dipendenti; distinzione tra dirigenti, aventi compiti di gestione di risorse umane e finanziarie, ed esperti con specifiche professionalità; divieto di conferire incarichi di studio ai dirigenti”.

MAX 3 ANNI INCARICHI DIRIGENTI. E RISPETTO QUOTE GENERE. I dirigenti delle Pubbliche amministrazioni potranno rimanere in carica massimo per tre anni, rinnovabili previa partecipazione ai concorsi pubblici. E nel conferimento degli incarichi dovrà essere rispettato “l’equilibrio di genere”. Il ddl prevede una serie di deleghe al governo, che entro sei mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge, dovrà adottare decreti legislativi per il riordino dei dirigenti e per “la valutazione dei rendimenti dei pubblici uffici”. Inoltre, per quanto riguarda la durata del mandato, il governo dovrà prevedere “la definizione di presupposti oggettivi per la revoca” degli incarichi dirigenziali, “anche in relazione del mancato raggiungimento degli obiettivi”.

CONCORSO UNICO DIRIGENTI. PUÒ VALERE ANCHE PER IL PARLAMENTO. Concorso unico, con cadenza annuale, per il reclutamento di dirigenti della Pubblica amministrazione. Il ddl prevede una serie di deleghe al governo, che entro sei mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge, dovrà adottare decreti legislativi per il riordino dei dirigenti e per “la valutazione dei rendimenti dei pubblici uffici”. Sempre per quanto riguarda i concorsi, la delega dovrà prevedere “l’esclusione di graduatorie di idonei; possibilità di reclutare con il concorso anche dirigenti di carriere speciali e delle autorità indipendenti; possibilità per gli organi costituzionali (come la Camera e il Senato; Ndr) di reclutare il proprio personale con il suddetto concorso”. E ancora: “Formazione della graduatoria finale alla fine del ciclo di formazione iniziale; assunzione a tempo determinato e successiva assunzione a tempo indeterminato previo esame di conferma dopo il primo triennio di servizio, con possibile riduzione della durata in relazione all’esperienza lavorativa nel settore pubblico o a esperienze all’estero”. In ultimo, per i dirigenti che non superano l’esame di conferma è previsto “l’eventuale ritorno alla qualifica di funzionario”.

POSSIBILE PART TIME 5 ANNI PRIMA DELLA PENSIONE. I dipendenti delle Pa non dirigenti, nei 5 anni che precedono il collocamento a riposo (ovvero la maturazione dei raggiunti limiti di età per andare in pensione) possono passare dal tempo pieno al part time dimezzando la prestazione lavorativa. L’ok dell’amministrazione può arrivare entro 60 giorni dalla domanda. “Nel caso in cui la trasformazione comporti grave pregiudizio alla funzionalità dell’amministrazione, in considerazione delle mansioni e della posizione organizzativa ricoperta dal dipendenti, l’amministrazione può differire, con provvedimento motivato, la trasformazione del rapporto per un periodo non superiore a 3 mesi”. Nella bozza del ddl si legge anche che “all’atto del collocamento a riposo il dipendente ha diritto al trattamento di quiescenza e previdenza che gli sarebbe spettato se fosse rimasto in servizio a tempo pieno nell’ultimo quinquennio”. Questa possibilità però, viene specificato nella bozza, non si applica “al personale che esercita competenze istituzionali in materia di giustizia, di difesa e di sicurezza dello Stato, di ordine e di sicurezza pubblica”.

ARRIVA TAGLIO UFFICI E PERSONALE PER AUMENTO SERVIZI. Riduzione degli uffici e del personale delle amministrazioni dello Stato con rispettivo rafforzamento degli uffici che erogano prestazione ai cittadini e alle imprese. Il ddl prevede una serie di deleghe al governo, che entro sei mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge, dovrà adottare decreti legislativi per il riordino degli uffici centrali e di quelli periferici dei ministeri e degli enti pubblici non economici. Inoltre, la bozza di dl delega il governo a prevedere “la definizione del numero massimo di uffici dirigenziali, in rapporto al numero di dipendenti e alla popolazione residente nei relativi territori”. E ancora: “Possibilità di gestione unitaria dei servizi strumentali, attraverso la costituzione di uffici comuni e previa l’eventuale collocazione delle sedi in edifici comuni o contigui”.

TAGLIO SPESE PER 5 ANNI, ALMENO L’1% DI QUELLE 2013. Riduzione delle spese delle amministrazioni statali: le Pa dovranno, per i prossimi 5 anni, predisporre una riduzione delle proprie spese pari almeno all’1% di quelle sostenute nel 2013. Il ddl prevede una serie di deleghe al governo, che entro sei mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge, dovrà adottare decreti legislativi per il riordino degli uffici centrali e di quelli periferici dei ministeri e degli enti pubblici non economici.

ARRIVANO TELELAVORO E CO-WORKING. Telelavoro e sperimentazione di forme di co-working e smart-working. Il ddl prevede una serie di deleghe al governo, che entro sei mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge, dovrà adottare decreti legislativi per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro nelle Pa.