Riforma universitaria, gli studenti daranno i voti ai professori. Stop ai finanziamenti a pioggia

Pubblicato il 28 Ottobre 2009 - 12:35 OLTRE 6 MESI FA

Fondi alle università virtuose, valutazione dei professori da parte degli studenti, fine della figura del ricercatore a vita. Questi i punti principali del ddl di riforma universitaria presentato dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini.

Le linee ispiratrici prevedono il principio che l’autonomia delle università deve essere coniugata con una forte responsabilità finanziaria, scientifica, didattica. Le università sono autonome ma risponderanno delle loro azioni. Se saranno gestite male riceveranno meno finanziamenti: la riforma introduce infatti la fine dei finanziamenti a pioggia.

Viene riformato il reclutamento del personale e così pure la governance delle università secondo criteri meritocratici e di trasparenza. Entro sei mesi dall’approvazione della legge le università dovranno approvare statuti in linea con la riforma. Dovrà essere introdotto un codice etico per evitare incompatibilità, conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del ministero.

I rettori potranno restare in carico per un massimo di 8 anni con valenza retroattiva. Quanto al senato accademico potrà avanzare proposte di carattere scientifico, ma sarà il CdA (40% dei membri esterni) ad avere la responsabilità chiara delle spese, delle assunzioni e delle spese di gestione anche delle sedi distaccate.

Gli studenti valuteranno i professori e questa valutazione sarà determinante per l’attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero. Ogni ateneo potràavere al massimo 12 facoltà per evitare la moltiplicazione di corsi di laurea inutili o non richieste dal mondo del lavoro. Per il reclutamento di giovani studiosi il ddl introduce l’abilitazione nazionale come condizione per l’accesso all’associazione e all’ordinariato. L’abilitazione è attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualità.  I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati.