“Basta approssimazioni, servono proposte concrete”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un discorso a braccio a Verona indicando “punti importanti di riforma già da tempo largamente condivisi”.
“E’ augurabile – ha detto – che si esca al più presto da anticipazioni e approssimazioni che non si sa quali sbocchi concreti, quali proposte impegnative, a quali confronti costruttivi possano condurre”.
Tra le condizioni che si richiedono per superare la crisi economica e riportare l’Italia allo sviluppo ci sono, per Napolitano, “una serie di riforme non più procrastinabili” fra le quali quelle del fisco, della sicurezza sociale, della ricerca e anche della giustizia”.
Giorgio Napolitano rilancia dunque la necessità delle riforme e consiglia di affrontarle con concretezza, realismo e saggezza. Ciò significa innanzitutto “portare avanti il processo riformatore che è in corso, e che é quello dell’attuazione del titolo V già riformato della Costituzione”.
“Bisogna lavorare seriamente – ha detto – al cantiere già aperto della legge delega approvata con così largo consenso per l’applicazione dell’art.119, cioé del federalismo fiscale”. Con esso, ha aggiunto il Capo dello Stato, va messa in relazione anche la riforma generale del fisco.
Inoltre, ha proseguito, “bisogna discutere degli aggiustamenti, se si ritengono necessari della stessa articolazione del titolo V. Bisogna decidere come coronare l’evoluzione in chiave autonomistica e federalistica dello Stato italiano con la riforma di quel bicameralismo perfetto nel Parlamento della Repubblica che già da un pezzo ha fatto il suo tempo”.
“Non c’é, non deve e non può esserci alcuna contrapposizione – ha aggiunto – tra autonomismo di ispirazione federalistica e unità nazionale. Lo dice chiaramente l’art.5 della Costituzione”.
E’ “legittimo” proporre riforme che vadano al di là dell’attuazione del Titolo V della Costituzione, ha aggiunge Napolitano, come ad esempio quello che riguarda la forma di governo, “presidenzialismo, premierato e così via” ma, ha fatto notare il Capo dello Stato, “é bene tenere conto dell’esperienza, dei tentativi falliti, delle incertezze rivelate anche dalla discontinuità della discussione su alcuni temi accantonati per molti anni”. Si tratta, ha aggiunto il capo dello Stato, di “capitoli complessi e difficili su cui negli ultimi 15 anni non si sono delineate soluzioni adeguate e politicamente praticabili”.
Ci sono “riforme istituzionali e costituzionali già da tempo mature. Ci sono punti importanti di riforma già da tempo apparsi largamente condivisi. Sarebbe realistico e saggio non mettere a rischio e non tenere in sospeso quelle convergenze, ma mirare a tradurle in tempi ragionevoli, in dei corposi risultati”.
“Si pongono ormai all’ordine del giorno – ha detto Napolitano – questioni di riforma del fisco, così come questioni di riforma del sistema di sicurezza sociale, esigenze prioritarie di investimento nella formazione, nella ricerca, nell’innovazione secondo criteri che garantiscano l’uso migliore delle risorse e premino il merito. Si pongono all’ordine del giorno le esigenze di riforma della giustizia, non sembri un fuor d’opera, al fine di assicurare la certezza del diritto, la tempestività e l’imparzialità delle indagini e dei giudizi. E non sono un tema astratto, che quasi non interesserebbe i cittadini e la società, riforme istituzionali e costituzionali già da tempo mature”.
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