Riforme, Sacconi: “Con Bersani dialogo possibile”

Maurizio Sacconi

Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ritiene possibile un dialogo con Bersani per aprire una stagione di riforme che affonda le sue radici «nell’eredità craxiana per la parte istituzionale, e rappresenta, per la parte inerente la giustizia, la necessaria chiusura del lungo ciclo di instabilità aperto da Tangentopoli».

«Siamo alla vigilia di un anno carico di difficoltà  – ha detto il ministro – ma anche di opportunità, e penso che possa prevalere anche nel Pd, nonostante tutto, la disponibilità a ricondurre alla normalità i rapporti tra maggioranza e opposizione».

Intervistato dal Corriere della Sera, Sacconi sottolinea la necessità di «arrivare al rispetto condiviso dell’interesse nazionale, che include cinque profili. Il primo, preliminare, è quello della stabilità politica e istituzionale, che non può mai essere sottratta al voto democratico. Esso – spiega Sacconi – implica la riforma della giustizia e il pacchetto istituzionale, dal federalismo fiscale a istituzioni centrali più capaci di decidere».

«Sulla stabilità democratica spero si possa essere d’accordo col Pd di Bersani – prosegue il ministro – faremo di tutto per cercare un ampio consenso, ma non potremo mai rinunciare a mettere in sicurezza le istituzioni democraticamente elette» da «settori, ambienti, elite che hanno sempre lucrato sull’instabilità politica».

Il secondo profilo «è la difesa del legittimo interesse nazionale nello scenario internazionale», continua il ministro. «La forte iniziativa del presidente del Consiglio, che ha al centro l’interesse energetico, verso Est e verso il Mediterraneo, ove l’economia europea può trovare le nuove ragioni di crescita, credo possa essere condivisa anche dall’opposizione, se non vuole farsi anti-italiana».

Gli ultimi tre profili sono «la stabilità finanziaria, il riposizionamento competitivo delle imprese e la coesione sociale», dice Sacconi. «Sul fronte della stabilità finanziaria, una volta condivisi i saldi di bilancio, c’è spazio per una robusta dialettica tra maggioranza e opposizione sulle politiche economiche da seguire».

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