Rimborsi elettorali: un euro a voto. La proposta Fioroni

Pubblicato il 21 Aprile 2012 - 16:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dimezzamento dell'importo attualmente erogato a titolo di rimborso elettorale (ovvero 0,50 euro l'anno contro 1 euro di oggi). E 'commisurazione' dell'importo non piu' al numero degli aventi diritto al voto, ma solo ai voti validi ricevuti dalle diverse forze politiche. E' questa in sintesi l'essenza di una proposta di legge annunciata da Beppe Fioroni, Simonetta Rubinato, Giampaolo Fogliardi e Gianluca Benamati per tagliare i finanziamenti dei partiti.

Si tratta, spiega la Rubinato, di ''una proposta che mantiene il principio del finanziamento pubblico alla politica, ma lo rende compatibile con i sacrifici richiesti ai cittadini. E prevede controlli molto piu' severi e spese solo per le iniziative politiche e gli strumenti per realizzarle''.

La proposta prevede inoltre che ciascun contribuente possa scegliere se destinare il 4 per mille dell'Irpef alle forze politiche indicandolo nella sua dichiarazione dei redditi, con un tetto massimo a livello nazionale di 30 milioni di euro nel 2013 e, a decorrere dal 2014, di 50 milioni. Possibili contributi volontari da parte di persone fisiche, ma dimezzando il valore massimo che si portera' in detrazione ai fini Irpef. Viene eliminata invece la possibilita' per le societa' private di portare in detrazione i finanziamenti versati ai partiti, a cui viene messo comunque un limite annuo di 50.000 euro, mentre e' vietato ogni finanziamento alle forze politiche da parte di amministrazioni ed enti pubblici o societa' a partecipazione pubblica.

Per la trasparenza si prevede l'obbligo che ogni contributo superiore ai 5.000 euro sia dichiarato congiuntamente da parte di chi versa e di chi riceve al ministero dell'Interno. Inoltre sono rafforzate le regole per la pubblicita' del bilancio, la sua certificazione da parte di societa' di revisione indicate dalla Consob, nonche' per la rendicontazione anche alla Corte dei Conti e le sanzioni per eventuali violazioni.

''Non basta approntare nuovi controlli, pur necessari – prosegue la parlamentare – occorre dare un segnale forte di inversione della rotta, rovesciando la logica che ha finora contraddistinto il finanziamento pubblico ai partiti''.

''Nel 2008 – spiega – gli aventi diritto al voto alla Camera erano circa 50 milioni, mentre gli elettori andati effettivamente a votare sono stati circa 39 milioni''.

''Con la nostra proposta – affermano i firmatari – l'astensione o il voto bianco o nullo non potranno essere conteggiati ai fini del contributo. In questo senso varra' solo il voto dell'elettore''.